— 81 — j^lj! ah! — esclamò d'Artagnan. __ — continuò Aramis, — il mio Bazin è un giovine molto compito, il quale, vedendo clie ritornavo* in ompagiiia, si 6arà ritirato per convenienza. Sedetevi, mio caro, e discorriamo.
-Qd Aramis spinse a d'Artagnan una comoda poltrona, nella quale si distese appoggiando i gomiti.
_prima di tutto, — disse Aramis, — voi cenerete con
me, non è vero?
___ Oh, se voi lo desiderate, — rispose d'Artagnan, — vi confesso che ciò sarà per me un gran piacere; la strada mi destò un appetito del diavolo.
— Ah ! mio povero amico ! — disse Aramis, — voi dovrete purtroppo farla magra oggi riguardo al mangiare, ma vi assicuro che non vi si aspettava.
— Sono forse minacciato dalla frittata di Crévecoeur e dei teobromi in parola ? Non è così che voi chiamaste altra volta gli spinaci?
— Oh, giova sperarlo che coll'aiuto di Dio e di Bazin noi troveremo qualche cosa di meglio nella dispensa dei degni padri gesuiti.
— Bazin, amico mio, — chiamò Aramis, — venite qui.
S'aperse la porta e comparve Bazin; ma vedendo d'Artagnan mandò un'esclamazione che assomigliava ad un grido di disperazione.
— Mio caro Bazin, — disse d'Artagnan, — 6ono ben contento di conoscere con quale mirabile fermezza voi mentite, anche in una chiesa.
— Signore, — rispose Bazin, — ho imparato dai degni padri gesuiti che è permesso di mentire, quando si mente con buona intenzione.
— Va bene, va bene, Bazin; ma d'Artagnan muore di fame, ed io pure; portateci da cena il meglio che avete e soprattutto del buon vino.
Bazin s'inchinò in segno d'ubbidienza, mandò un lungo sospiro e uscì.
— Ora che siamo soli, mio caro Aramis, — disse d'Artagnan, volgendo gli occhi dall'appartamento al proprietario, e terminando cogli abiti l'esame incominciato coi mobili, — ditemi, da dove diavolo venivate voi allorché siete caduto in groppa dietro a Planchet?
— Eh, corpo di dio I — rispose Aramais, — voi lo vedete bene, dal cielo !
Dumas. Venti anni dopo. ~ I
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