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der parte alla conversazione, e disse col suo accento guascone :
— Olà, signori, che volete voi qui, che esigete da me?
— Or ora lo saprai! — urlarono in coro i cavalieri.
— Fermatevi ! fermatevi ! — gridò colui che avevano chiamato monsignore; — fermatevi, se amate salvar la vostra testa! è la sua voce.
— Ah, perbacco, — disse d'Artagnan, — per combinazione sono tutti rabbiosi a Noisy? Soltanto v'avverto di guardarvi bene, perchè il primo che s'avvicina a portata della mia 6pada, e badate che la mia spada è lunga, io lo sventro.
Il capo s'accostò.
— Che cosa fate costà? — diss'egli con voce imperiosa come d'uno abituato al comando.
— E voi che fate? — disse d'Artagnan.
— Siate cortese se non volete buscarvi una strigliata a dovere; poiché quantunque uno voglia conservarsi l'incognito esso desidera d'esser rispettato come spetta al suo rango.
— Voi non volete dire chi siete perchè dirigete un'agguato, —disse d'Artagnan ; — ma io che viaggio tranquillamente col mio staffiere, io non ho la stessa ragione di celarvi il mio nome.
— Basta, basta, come vi chiamate ?
— Yi dico il mio nome, affinchè sappiate dove trovarmi, signore, monsignore, o principe, come meglio vi piace esser chiamato, — disse il nostro guascone, che non voleva aver l'aria di cedere ad una minaccia, — conoscete voi il signor d'Artagnan?
— Luogotenente dei moschettieri del re?
— Ha anche questo grado?
— Sì, senza dubbio.
— Ebbene, — continuò il guascone, — voi avrete inteso dire che ha il pugno robusto e la lama intelligente.
— Voi siete il signor d'Artagnan?
— Sì, son d'Artagnan.
— Allora voi venite qui per difenderlo?
— E chi è questo Zo?
— Quello che noi cerchiamo.
— Sembra, — continuò d'Artagnan, — che recandomi a Noisy, senza avvedermene sia entrato nel regno degli enigmi.
— Via, rispondete! — disse la stessa voce altera, —