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— No, parola d'ufficialo: tieni, ecco la mezza doppia; e gli mostrò la moneta corruttrice, senza però dargliela.
— Vado a domandarglielo.
— .Questo è il vero mezzo per non saper nulla, — disse d'Artagnan; — aspetta che sia partito; e poi, diamine! domanda, interroga, informati. Fa insomma come vuoi. La mezza doppia è qui. E la rimise in tasca.
— Comprendo, — rispose il ragazzo con quel sorriso scaltro, tutto proprio al birichino di Parigi; — ebbene! aspetterò.
Non ebbe ad aspettare molto tempo. Cinque minuti dopo Bazin partì al piccolo trotto, spingendo il passo del suo cavallo a colpi d'ombrello, che teneva a modo di scudiscio. Appena ebbe voltato l'angolo della contrada del Ghetto, il nostro ragazzo si slanciò come un segugio sulla sua traccia.
D'Artagnan riprese il suo posto alla tavola ove si era seduto entrando, perfettamente sicuro che prima di dieci minuti avrebbe saputo ciò che voleva sapere.
Infatti prima che quel tempo fosse trascorso, il ragazzo rientrava.
— Ebbene? — gli chiese d'Artagnan.
— Ebbene, — rispose il ragazzo, — ho saputo la cosa. La mezza doppia è sempre a mia disposizione?
— Senza dubbio ! rispondi.
— Domando di vederla. Prestatemela che veda se non è falsa.
— Eccola.
— Dite, voi, borghese, — disse il ragazzo, — il signore chiede di cambiare del denaro.
Il borghese era al banco, diede del denaro e prese la mezza doppia.
Il ragazzo mise il denaro in tasca.
— Ed ora, dov'è andato? — chiese d'Artagnan, che l'aveva osservato a fare il suo piccolo maneggio sorridendo.
— fi andato a Noisy.
— Come lo 6ai?
— Eh, perdinci, non è stato necessario esser molto furbo. Ho riconosciuto il cavallo per quello del macellaio che le noleggia di quando in quando al signor Bazin. Quindi, pensai che il macellaio non presta un cavallo come quello senza domandare dove lo si conduce, benché io non creda capace il signor Bazin di strapazzare un cavallo,
— Ed esso ti rispose che Bazin...