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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 61 --
   stimò l'occasione propizia, si fece conoscere e chiamò aiuto!
   10 mi trovavo sul posto e riconobbi il nome del conte di Rochefort; mi sovvenne che fu lui a farmi sergente nel reggimento di Piemonte; disse ad alta voce che era un prigioniero amico del duca di Beaufort. Si sono ammutinati, hanno fermato i cavalli, hanno rovesciato la scorta. In quel trambusto ho aperto la portiera, ed il signor Rochefort è saltato a terra e si è confuso nella folla. Per disgrazia in quel momento passava una pattuglia; si è unita alle guardie e ci caricò. Battei la ritirata dal lato della via Tiquetonne, inseguito davvicino, mi sono rifugiato nella casa a lato a questa; l'hanno circondata, frugata, ma inutilmente; avevo trovato al quinto piano una persona compassionevole che mi fece nascondere tra due materassi. Sono rimasto nel mio nascondiglio, ove press'a poco verso l'alba, e pensando che alla sera si sarebbero forse incominciate di nuovo le perquisizioni, mi sono avventurato sulla grondaia, cercando dapprima un'entrata, poscia un'uscita in una casa qualunque, ma che non fosse custodita. Ecco la mia storia, signore, e 6ull'onor mio mi rincrescerebbe al sommo che vi fosse disaggradevole.
   — No, no, — disse d'Artagnan, — al contrario, parola d'onore, sono ben contento che Rochefort sia in libertà; ma sai una cosa ? Si è che se cadi nelle mani delle guardie del re, t'impiccheranno senza misericordia.
   — Perdio, se lo so! — disse Planchet; — è ben questo che mi tormenta ed ecco perchè sono tanto contento di avervi ritrovato; perchè, se vi degnaste nascondermi, niuno
   11 può meglio di voi.
   — Sì, — rispose d'Artagnan, — non domando di meglio, benché io non rischio nè più nè meno che il mio grado se si scopre che ho dato asilo ad un ribelle.
   — Signore, voi lo sapete che io rischierei la vita per voi.
   — Puoi anzi aggiungere che l'hai rischiata, Planchet. Io non dimentico che le cose che devo dimenticare, ed in quanto a questa voglio ricordarmene. Siedi dunque là e mangia tranquillamente, poiché mi accorgo che tu guardi gli avanzi della mia oena coll'occhio il più espressivo.
   — Sì, o signore, perchè le credenza della mia vicina era molto mal provvista, e da ieri a mezzogiorno in poi non ho mangiato che una fetta di pane col burro e delle confetture. Benché io non disprezzi i dolciumi quando vengono a tempo e luogo, ho trovato il desinare piuttosto leggerino.