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Trattato di Economia Sociale

Alberto Zorli
Fratelli Bocca Editori Torino, 1924, pagine 772

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LIBRO PRIMO
   Ma è quasi impossibile che ciò possa avvenire, eccetto il caso cT una Nazione, come gli Stati-Uniti, i quali avendo un' enorme estensione, le provincie a clima caldo compensano alle deficienze di quelle a clima freddo, e viceversa; mentre gli stessi Stati-Uniti, per molte specialità debbon ricorrere anche loro air estero, e quando quantitativamente una branca della speculazione economica non soddisfa alle urgenze nazionali.
   Oggi il mondo è costituito da Nazioni con caratteri prevalenti, alcune prevalentemente agricole, altre prevalentemente industriali ; il commercio internazionale s'incarica di stabilire 1' equilibrio. E cosi si dica per le altre strutture : alcune hanno sviluppate maggiormente le strutture della scuola, e vi chiamano studiosi da tutto il mondo; altre sono centri di gerarchie religiose ; altre emergono nell' arte e forniscono artisti alle altre nazioni.
   In Germania lo Stato aveva assunto un tale sviluppo che ispirava la vita di tutte le altre strutture, le quali contribuivano finanziariamente e moralmente a sempre più esagerarne F importanza e la forza. Guidata, detta nazione, da un Sovrano megalomane, la sete di dominio di un pazzo esaltò tutta la nazione, che ingigantì 1' esercito e la marina per giungere al dominio del mondo. Un tale esquilibrio provocò la guerra e l'esquilibrio mondiale.
   § 2
   Dell' esquilibrio economico (delle crisi).
   Generalmente per esquilibri economici s'intendono i fallimenti le decozioni delle aziende private. Ma cause di esquilibri sociali non sono solo gli esquilibri o deficienze delle aziende regressive ma anche i risparmi delle progressive. Ed ecco come: dal momento che l'equilibrio economico si ottiene solo con una data quantità di capitale fisso, di capitale mobile e di uomini, tutte le quantità che restano fuori della combinazione, divengono elementi disorganizzati e cause di esquilibrio. Perciò abbiamo crisi di popolazione, sovrabbondante, o scarsa; per le stesse ragioni crisi di capitali circolanti, crisi di capitali fìssi, che restano oziosi (terre incolte, macchine inutilizzate) e crisi per deficienza di macchine, terre coltivabili. I rapporti con altre