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LIBRO PRIMO
Così, quando leggiamo nell' annuario statistico che i depositi a risparmio, in conto corrente e buoni fruttiferi, ammontarono nel quinquennio 1914-18 in Italia a 12.243.046.371, ai quali aggiungendo 15.222.414.320, della Cassa Depositi e prestiti si arriva a 27.465.460.691, ben poco veniamo a sapere sulla vera quantità di risparmi esistenti in Italia e tanto meno di quelli del mondo quando aggiungeremo che nel 1920 si valutavano a due mila miliardi i valori mobiliari mondiali. Infatti io vendo il mio grano e deposito il ricavato alla Cassa di risparmio; finché lo tengo in magazzeno è un vero risparmio per la nazione, ma se la Cassa presta ad uno che consuma il grano in modo improduttivo, non si tratta più di un risparmio per la Nazione.
La carta moneta, i libretti di depositi alle banche e casse, le azioni ed obbligazioni, i titoli di prestito pubblico, i titoli ipotecari, rappresentano facoltà di disporre e di utilizzare potenzialità materiali e servizi di potenzialità umane, ma la realtà sono queste e non quelle.
Quindi il risparmio mobiliare nazionale vero è costituito da tutte le riserve in materie prime, oggetti mobili di valore, e prodotti esistenti nei magazzeni privati, pubblici e dei rivenditori all' ingrosso ed al minuto.
Le potenzialità umane costituendo esse pure una capitalizzazione od immobilizzazione di risparmi, l'utilizzazione loro rappresenta una collocazione o trasformazione dei risparmi stessi.
Però le banche di emissione anticipando il denaro-carta, mettono questo risparmio e capitali fissi in condizione di poter essere a disposizione di coloro ai quali lo prestano; ed altrettanto fanno le altre banche, che prestano i depositi.
Tutti costoro che prendono a prestito possono consumare in modo definitivo i prodotti acquistati, possono acquistare prodotti per rivenderli, ma possono anche trasformare i risparmi, ossia i prodotti acquistati, in capitali fìssi fruttiferi, od in potenzialità umane che diverranno fruttifere.
Oggi, ad esempio, una gran parte dei depositi alle banche si trasforma in buoni del tesoro, ossia chi risparmiò beni reali finisce per metterli a disposizione dello Stato che li trasforma in servizi e pochissimi in beni reali mobili e fissi od in beni fruttiferi.