PiliMI PRINCIPI DI ECONOMIA SOCIALE
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dovere di dare ai figli un'istruzione elevata, che renda loro possibili proventi maggiori di quelli che possono conseguire i figli degli operai.
Ora però, dopo l'immane guerra, sembrano le leggi economiche paralizzate. Infatti guadagna più un cantoniere ferroviario, un facchino del porto, del membro d'una famiglia che ha fatto molti sacrifici onde procurargli un' elevata coltura. Ma ciò accade perchè siamo in un periodo anormale di esquilibrio sociale conseguente alla guerra e del quale parleremo nella parte teorica.
Le famiglie senza prole sono convivenze, diverse giuridicamente delle altre convivenze, ma economicamente identiche, giacché la spesa loro va per la conservazione delle potenzialità loro umane e non per laformazione di nuove potenzialità.
Alle famiglie ricche i figli costano assai, sono potenzialità in formazione che se dovessero rendere in proporzione di quello che le famiglie hanno speso per allevarli, dovrebbero realizzare elevati proventi. Ma il più delle volte, tali spese, sono veri consumi improduttivi, oggettivamente parlando, come si è detto, rappresentano una soddisfazione del capo azienda che avrebbe potuto destinare altrimenti i suoi proventi invece di prender moglie.
Si tratta di soddisfazioni delle quali parleremo nella parte teorica e che assomigliano a quelle che danno un giardino, un parco, una villa sontuosa, beni materiali che rappresentano essi pure potenzialità infruttifere, oggettivamente parlando, ma che procurano speciali soddisfazioni al capo azienda.
4 - Del costo nelle fondazioni — Le fondazioni non producono potenzialità umane ma compiono dei servigi, onde bisogna parlare di costo dei servizi.
Ad esempio il Banco di Napoli è una fondazione ; compie servizi rimunerati che hanno importato una spesa, ossia costano alla fondazione e che non cede gratuitamente. Altre fondazioni invece tali servizi compiono gratuitamente, ossia pagano chi compie il servizio, ma nulla esigono da chi lo riceve. Così, non tutti, ma parecchi monti di pietà prestano su pegno senza interesse.