II. - NUOVO TESTAMENTO.
Dalla Venuta di Gesù alla Distruzione di Gerusalemme.
Durata 70 anni.
INTRODUZIONE.
I. Il Messia è aspettato. — Al tempo in cui ora siamo, sono trascorsi 4000 anni dacché Iddio ha promesso ad Adamo, subito dopo il peccato, la venuta del Redentore, ossia del Messia.
Il ricordo di questa promessa è restato impresso nella memoria e nel cuore dell'uomo, e i popoli stessi idolatri ne hanno sempre atteso l'adempimento, benché abbiano deformato l'idea del Redentore venturo, rivestendola con le forme più stravaganti e superstiziose.
Sulla terra però v'ha un popolo che, condotto prodigiosamente, fra tutti gli altri popoli dalla mano di Dio, ha mantenuta pura e viva la memoria della grande Promessa: il Popolo Ebreo.
Il Signore, a suo tempo, ha avuto cura che il popolo ebreo, depositario delle promesse e delle profezie, venisse disperso per il mondo, e, in seguito, che i suoi libri santi venissero tradotti in greco e diffusi fra i popoli civili.
La dispersione del popolo Ebreo e la diffusione dei libri santi servirono mirabilmente a ravvivare fra gli uomini il ricordo della promessa divina. In tal guisa, all' epoca in cui ora siamo, si vive sulla terra nell'aspettazione del Messia.
II. Il Messia è aspettato come prossimo a comparire. — Non
solo il Messia è dagli uomini aspettato, ma è aspettato come prossimo a comparire, perchè il tempo predetto dai profeti è arrivato.
Il profeta Aggeo ha visto il Redentore avvicinarsi : « Ancor un po' dì tempo, e il Desiderato delle nazioni verrà ».
Malachia, l'ultimo dei profeti, lo ha già salutato come vicino: « Bentosto il Dominatore che voi cercate, l'Angelo dell' Alleanza che voi desiderate, verrà nel Tempio suo. Eccolo che viene ! ».
Col salir di Erode al trono della Giudea, lo scettro è uscito dalla tribù di Giuda ; la profezia di Giacobbe sta perciò per avere il suo compimento.
Le settimane di anni predette dal profeta Daniele volgono al termine