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CAPO II. GIUDITTA E OLOFERNE.
(Sotto il XI» re di Giuda: Manasse).
Assedio di Betulia. — La città di Betulia era stretta di duro assedio da Oloferne, generale del re di Assiria, e già stava per arrendersi, quando Iddio la salvò per mezzo di una donna di nome Giuditta.
Era questa una vedova ricca e adorna di preclare virtù, la quale molto temeva il Signore, ed era da tutti tenuta in grande stima e venerazione.
Ella si adornò delle sue vesti più ricche e degli abbigliamenti più preziosi, e, presa con sè una fida ancella, si recò agli accampamenti nemici e chiese di essere presentata a Oloferne.
Oloferne, ammirato della grazia e della venustà che le traspariva dal volto, le fece lieta accoglienza, dandole ospizio nelle stesse sue tende e ordinando la si lasciasse liberamente entrare e uscire dal campo.
Coraggio di Giuditta e morte di Oloferne. — Un giorno, Oloferne tenne un convito coi suoi generali e volle che v'intervenisse anche Giuditta la quale aveva trovato grazia dinanzi a lui. Giunta la sera, i generali si allontanarono e Giuditta rimase sola nella tenda di Oloferne. Questi, oppresso dal molto vino bevuto, giaceva steso sul letto, profondamente addormentato.