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tato in un col tubo a seconda di tutte le direzioni, sendo che si adagi sopra una sedia attaccata all'estremità superiore di dove contempla le immagini riflesse degli oggetti che gli stanno dopo le spalle. Fu col-l'aiuto di questo strumento gigantesco che Guglielmo Herschel scoprì due nuovi satelliti di Saturno e trovò il tempo di rotazione di questo pianeta ch'era stata calcolata da Laplace mediante l'analisi matematica dalla legge della gravità. Mediante lunghe e pazienti osservazioni, Herschel scopri di poi che la luce non emana direttamente dal corpo del sole, sì da certe nubi brillanti e fosforescenti che nascono e si sviluppano nell'atmosfera di quell'astro. Egli opinò che quell'oceano immenso di luce sia agitato violentemente in tutta la sua profondità; che quando si fende alquanto noi dobbiamo vedere o la massa solida, meno luminosa e fors'anco opaca, o le sue cavità vulcaniche e che tale sia l'origino di quello macchie nere e mutabili che appariscono sul disco del sole e che furono per la prima volta osservate dal gran Galileo.
Dopo altre ingegnose osservazioni sul calore e il colore dei varii raggi del sole, Herschel rivolse il suo potente telescopio allo stelle e schiarò in una prima classe quelle da lui dette isolate, perchè sono separate dalle altre da grandi intervalli e non paiono punto soggette ad un'azione vicendevole che possa avere un effetto da tenerne conto. Egli si fece poscia ad esaminare le stelle doppie o triplici e i gruppi siderali più composti, e scoprì che sono altrettanti sistemi di corpi luminosi evidentemente ravvicinati e ritenuti da una causa sussistente e che muovonsi insieme intorno ad un centro comune. Herschel passò quindi alla descrizione delle nebulose, vale a dire di quelle macchie lattee e confuse disseminato irregolarmente negli spazi ce-