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del pesco e coll'altra mano le si stropiccia, premendo leggiermente, il ventre per spinger le uova fuori dell'ano. L'acqua del vaso dee poi essere rinnovata senza lasciare però a secco le uova e ciò per togliere la mucosità che le ricopre e che sarebbe d'ostacolo alla fecondazione. Appresso, togliesi un pesce maschio e si opera nella medesima guisa por ispremere il liquido fecondatore; indi, agitasi dolcemente l'acqua in modo da promuovere una mescolanza perfetta. Trascorsi tre o quattro minuti, la fecondazione è compiuta e le uova possono essere trasportate o nei bacini destinati al loro sviluppo o negli stagni che voglionsi ripopolare.
Le uova fecondate malagevolmente distinguonsi da quelle che rimasero infeconde durante i primi giorni, dove non si adoperino lenti d'ingrandimento per osservarle; ma, trascorso un po' di tempo, è facile riconoscerlo mediante una linea biancastra che accenna al rudimento della colonna vertebrale. li tempo dello schiudersi di esse diversifica* non solamente secondo le varie specie, si anco secondo la temperatura dell'acqua per la medesima specie. Le uova poi richiedono una certa cura, sia per togliere le crittogame che loro si appiccano, come per liberarle dalle larvo degli insetti. I pesciolini sbocciati non cominciano a mangiare che dopo Venti o trenta giorni, vale a dire, dopo che sia scomparsa la vescichetta ombilicale che serve al loro nutrimento, il quale vuol essere variato secondo le specie e le età. Essi possono essere trasportati, senza gravi inconvenienti, anche assai lontano in vasi di piccola dimensione nei quali bisogna però aver cura di rinnovar l'acqua in parte e metter qualche vegetabile acquatico vivente.
L'importanza della piscicoltura si deduce pure da ciò che il commercio di certe qualità di pesci, quali sa-