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inventò la Glifografia la quale procedeva nella maniera seguente. In primo luogo preparavasi una lastra di rame simile a quelle adoperate dagli incisori in rame. Una superficie di essa era tinta in nero e vi si applicava uno strato piano ed uniforme di una composizione assai simile, nell'apparenza e nella consistenza, alla cera. L'artista tracciava il suo disegno sulla superficie bianca e con istrumenti appropriati ne incideva le linee finché fosse a nudo il metallo, la nera superfìcie del quale presentava un contrasto che guidava l'occhio. Ne risultava una lastra incisa con le linee del disegno in intaglio e gli interspazi! in rilievo, le prime sul fondo del metallo annerito, ed i secondi sulla composizione bianca. Non sarebbe stato sufficiente ottenere un elettrotipo od uno stereotipo dalla lastra in quello stato perchè il rilievo non era alto abbastanza, ma il suddetto Palmer aveva un metodo di accrescere il rilievo adoperando un liquore chimico che aveva una relazione speciale colla composizione bianca. La lastra rialzata per tal guisa serviva come matrice per un elettrotipo il quale naturalmente aveva tutte le proiezioni e depressioni rovescie; e questo elettrotipo era adatto alla stampa, con o senza caratteri, alla macchina ordinaria.
L'invenzione più recente, ma non ben nota per anche, per l'illustrazione dei libri e dei giornali è la Grafo-tipia. Le incisioni in legno sono sempre preferite dagli editori. La stampa di esse si può fare dal legno stesso (come accade il più sovente) o da uno stereotipo od elettrotipo ricavati da esso; ma, in ambedue i casi, il legno è lavorato semplicemente da un incisore il quale con istrumenti affilati lo taglia fra le linee disegnate sulla superficie. Fu appunto per risparmiare il lento e dispendioso metodo del taglio che fu inventata la
16. — Stuafforello.