— 23G -
per suo couto. Quest'editore, che area nome Glaismau, pubblicò parecchie opere stampate col nuovo metodo litografico, le quali furono accolte con tanto favore che l'elettore Carlo Teodoro regalò a Senefelder ed a Glaisman cento fiorini, promettendo loro in giunta la privativa per l'esercizio della litografia ne'suoi domimi.
Ma l'accademia delle scienze alla quale Senefelder aveva presentato una copia della sua prima pubblicazione litografica con un'esposizione del metodo, si comportò diversamente. Come esempio dell'economia della sua invenzione egli aveva allegato ia tenue spesa della stampa; ed è facile immaginare com'egli si rimanesse scorato quando, invece di una menzione onorevole negli atti d'essa Accademia, ricevè in dono dodici fiorini accompagnati da una lettera del presidente, la quale diceva che la sua memoria era stata accolta favorevolmente e che, giacché la spesa della stampa non oltrepassava, a detta sua, sei fiorini, l'Accademia sperava che un compenso del doppio avrebbe soddisfatto le sue aspettazioni.
Queste aspettazioni, che parevano promettere in quel turno (circa il 1796) un lieto avvenire a Senefelder, furono anche intorbidate dalla difficoltà di costruire un torchio più poderoso di quello che aveva adoperato nelle prime operazioni. Un nuovo torchio più ingegnoso da lui costruito col frutto de' suoi risparmi non produsse, con suo gran dolore, che impressioni confuse e scadenti. Armandosi di pazienza e perseveranza, ei costruì una macchina in cui, mediante una leva ed un masso del peso di 300 libbre che piombava dall'altezza di otto metri, ottenne una pressione di oltre cinquanta tonnellate; ma, avendo corso pericolo di rimanere ucciso dal masso che una volta deviò nella sua caduta, piantò lì la macchina e non ne volle saper altro.