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la stampa, Sonefelder aveva passato parecchi giorni nella tipografia ed aveva appreso molti particolari dell'arte dello stampatore. Ei la credeva cosi facile che non desiderava altro che possedere un piccolo torchio per divenire compositore, stampatore ed editore a un tempo delle sue proprie opere. « Se io avessi, dic'egli, posseduto mezzi sufficienti per soddisfare questo desiderio, non sarei forse divenuto mai inventore dell'arte litografica; ma tale non essendo il caso, fui costretto a ri» correre ad altri progetti ».
Dopo molti e perseveranti tentativi per far tipi in legno e gittar lastre stereotipe, egli prese a scrivere caratteri a stampa a ritroso sopra una lastra di rame per corroderli poi con acidi e ricavarne impressioni. La maggiore difficoltà che gli si parò innanzi in questo lavoro fu quella di corregger gli errori che gli venivano commessi scrivendo; essendoché ignorasse al tutto l'uso della vernice ehe adoperano gli incisori. Dopo alcuni esperimenti, Senefelder inventò una composizione di cera, sapone e nero fumo sciolti in acqua piovana che corrispose al fine richiesto. La seconda difficoltà fu il costo delle lastre di rame, ed essendosi la sua attenzione rivolta ad un bel pezzo di pietra di Kelleheim ch'egli aveva comperato per macinare i colori, avvisò che spalmandola della suddetta composizione, egli avrebbe potuto servirsene come di lastra di raitte; e, dopo molte esperienze nel pulire la superficie delle pietre ch'egli descrive per minuto, riusci nel suo intento. Ma ciò, come ben sanno tutti coloro che conoscono quest'arte, non aveva relazione con la litografia alla scoperta della quale l'artista iugcgnoso fu tratto, come dire, a chiusi occhi, t Procedendo in* nanzi, egli osserva, è più che probabile che se le iute circostanze si fossero migliorato, io avrei fatto ritomo