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Storia popolare del progresso materiale negli ultimi cento anni

Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino Napoli, 1871, pagine 319

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tomo, ogli avrebbe potuto eambiare gradatamente la sua posizione lavorando, e correggere ogni volta il proprio modello paragonandolo col profilo di ciascun modello. Appresso, Villème avvisò che invece di correggere meramente l'opera-sua in questa maniera, era più semplice cominciare addirittura sul materiale plastico e modellarlo grado grado ognintorno, seguitando un dopo l'altro i profili della fotografia. Supponendo che lo scultore abbia ventiquattro fotografie rappresentanti il soggetto in altrettanti punti di vista prosi tutti in una volta, egli non ha che a volgere dopo ciascuna operazione la massa di creta a ragione della ventiquattresima parte della base su cui è fisso, ed a tagliare i profili finché la massa abbia compiuto la sua intiera rivoluzione, e la creta si rimane trasformata in una perfetta figura solida delle ventiquattro fotografie.
   Il signor Villème immaginò pertanto il seguente ingegnoso apparato. La persona che desidera avere la propria statua-ritratto si colloca nel centro di una rotonda coperta di cristalli nella cui parete sono 24 aperture con altrettante macchine fotografiche le quali guardano al eentro; dopo di aver collocato in ciascuna di esse un cristallo preparato nella solita maniera, l'operatore, mediante un semplice congegno, apre contemporaneamente tutte queste macchine, e, trascorso il tempo necessario per fare un ritratto, le richiude. In siffatto modo, egli ottiene simultaneamente 24 ritratti della stessa persona presi sotto tutti i profili.
   Qui ha fine l'opera della fotografia ed ora non si tratta più che di trasportare in rilievo queste immagini piane e riunire i profili che rappresentano. Per comprendere come ciò si, ottenga, occorre fare un supposto, il quale consiste nell'immaginare che per il centro dell'oggetto da riprodursi passino 24 piani; con-