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Il punto culminante nell'istoria della scoperta della fotografia era imminente. Tutti i perfezionamenti dell'idea originale di Niepce, ch'eransi finora ottenuti, diminuivano soltanto ed assai leggiermente il carattere tedioso dell'operazione. Occorrevano sempre da sette ad otto oro per ottenere un'impressione. Un inconveniente più serio era il fatto che, in capo ad un certo tempo, l'immagine scompariva in parte. Un caso fortunato spinse da ultimo lo indagini nella vera dilezione. Prima della sua associazione con Daguerre, Niepce erasi sforzato di dar forza alle sue impressioni calcando le ombre con fumi solfurei e vapori di iodio. Avvenne un giorno che un cucchiaio, rimasto per caso sopra una lastra d'argento iodizzata, lasciò un'impronta sotto l'influenza della luce. L'indizio non andò perduto. Gli inventori sostituirono prontamente alle sostanze resinose l'iodio, il quale conferisce alle lastre inargentate una squisita sensibilità alla luco; e di tal modo fu fatto il primo gran passo verso la soluzione del problema ch'era costato vent'anni di esperienze pazienti. Ma il primo inventore non era destinato a vedere l'adempimento trionfante di quelle speranze che l'avevano sorretto per tanto tempo nei suoi solitari lavori. Niepce morì a Chalons il 5 luglio del 1833 in età di sessantatre anni. Povero e sconosciuto, l'autore di una delle più grandi scoperte del secol nostro mori senza gloria, dimenticato dai suoi concittadini, coll'amaro riflesso di avere speso vent'anni della sua vita laboriosa, dissipato il suo patrimonio e compromesso l'avvenire della propria famiglia alla ricerca di un'idea ! Quanti inventori non ebbero una sorte consìmile?...
Rimasto solo, Daguerre continuò con ardore le sue indagini. Fu allora ch'ei fece la sua grande scoperta del' l'influenza del vapore di mercurio per far risaltare