— 208 —
un foglio di carta od una superfìcie bianca qualunque, presenta l'aspetto dei colori che la compongono. La luce così decomposta e proiettata costituisce Io spettro il quale può essere solare, stellare, elettrico, chimico, ecc., secondo la natura della sorgente luminosa.
Newton fu il primo che analizzò la luce solare col prisma. Ammettendo un raggio di sole, per un piccolo buco, in una camera oscura, lo fece deviare dal suo cammino mediante il passaggio attraverso il prisma, e separò per tal modo l'uno dall'altro i varii colori della luce che nella loro combinazione ordinaria appariscono allo sguardo come luce bianca. Alla scoperta di Newton poco o nulla fu aggiunto nel secolo scorso, ed il primo che diede poscia una nuova spinta al progresso di questa parte della scienza fu un ottico tedesco, Frauenhofer, colla scoperta delle righe che portano il suo nome e con la precisione delle sue misure. In questi ultimi anni poi si ripigliò da tante parti e con tanto ardore lo studio dello spettro, che Kirchhoff, valente fisico prussiano, unendo le sue alle altrui scoperte, potè dedurne conseguenze così straordinarie, da far servire lo studio della decomposizione prismatica della luce delle varie sorgenti luminose all'analisi chimica, non solamente delle sostanze del nostro globo, ma di quelle ancora del sole, dei pianeti, delle stelle ed anco delle nebulose.
Con gli ottimi mezzi di osservazione che riusci a procurarsi, il sullodato Frauenhofer riconobbe, ciò ch'era già stato notato da Wollaston, fin dal principio del secol nostro, che la serie delle tinte dal rosso al violaceo nello spettro della luce solare non è continua, ma è solcata da moltissime interruzioni formanti righe oscure trasversali, alle quali fu posto il nome di righe di Frauenhofer, come ho detto più sopra. Le otto pria-