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avevano scoperto che certe sostanze immerse nell'olio od avvolte nel grasso, ardevano lentamente tramandando luce, ma i modi antichi di adoperarle erano tut-t'altro che soddisfacenti. Esse somministravano una luce fosca ed incerta, stancavano ed offendevano la vista e sprigionavano del continuo un fumo denso e disgustoso. Fino al principio del secolo presente, la candela di cera assai dispendiosa, si rimase l'unico mezzo praticamente in uso per illuminare una camera senza l'inconveniente del fumo.
Nel 1785 però, Argand, ginevrino, scoprì un metodo non meno nuovo che semplice di ovviare ai suddetti inconvenienti delle lampe, dando per la prima volta alla loro fiamma un'apparenza pura e brillante. Fu Argand ehe inventò i colli cilindrici in cima ai quali l'olio era costretto ad ascendere attraverso di un tubo o per l'attrazione capillare dello stoppino. Argand avvisò che l'aria, passando del continuo per lo stoppino in due correnti, una esterna e l'altra interna, porgerebbe un nutrimento ben più abbondante di quello ehe ottenevasi coi metodi antichi, alimentando per tal modo la fiamma con tale una rapidità da impedire il fumo; ma il punto culminante del suo trovato fu il fumaiuolo di vetro, di cui l'aspirazione ed il calore, facendo sì che l'olio ardesse ad una temperatura più alta, dava alla luce quella chiarezza e quell'intensità che tutti sanno. Mentre Argand apprestavasi ad applicare questa scoperta importante, un operaio di nome Quinquet, lasciò il suo servizio, spacciando il perfezionamento quale invenzione sua propria. Il pubblico, al solito, l'accettò come tale e di tal modo il nome di Quinquet fu per lungo tempo associato ingiustamente alle scoperte ingegnose del silo padrone Argand.
Fra i molti altri perfezionatori delle lampe, prim^gia