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Storia popolare del progresso materiale negli ultimi cento anni

Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino Napoli, 1871, pagine 319

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Dal sin qui detto rilevasi come fossero fatti non pochi tentativi per dare alla luce elettrica una stabilità necessaria all'uso pratico; e questi tentativi continuarono senza ottenere miglior successo.
   In due casi però la luce elettrica fu adoperata per operazioni d'ingegneria. Il primo di questi casi fu la costruzione del nuovo ponte, detto di Westminster, sul Tamigi a Londra. Quando furono gettati, nel 1858, i fondamenti di questo ponte, una gran parte dei lavori non si poterono eseguire cbe alla bassa marea e fu perciò necessario continuarli durante la notte. A tal uopo, una luce elettrica, uguale in intensità a quello di settantadue lampe, Argand, fu prodotta sulla sponda del Tamigi mediante un apparato elettro-galvanico. Codesta luce, accresciuta da un paio di riflessori Chap-pins, era incostante anzichenò, ma sufficiente pei lavoranti che la paragonavano a quella del plenilunio. Nell'altro caso, in Francia, la luce elettrica fu adoperata ad illuminare notte tempo gli scavi degli stupendi docks di Cherborgo. Due furono gli apparati posti in opera; ciascuno dei quali con una delle grandi batterie di Bunsen di cinquanta copie di piastrelle. La luce prodotta illuminava i lavori di ottocento lavoranti.
   Nel 1862, Dumas e Benoit suggerirono l'Uso della luce elettrica nelle miniere con un apparato inaccessibile ai gas esplodenti. Circa lo stesso tempo, Serrin riuscì a far ardere la luce elettrica sott'acqua, ponendo con ciò a disposizione dell'ingegnere idraulico una sorgente di luce utilissima per tutti i lavori sott'acqua ed ai costruttori navali un aiuto validissimo per esaminare il disotto delle navi che abbisognano di riparazioni.
   Nò meno ingegnosi furono i tentativi fatti per iilu-