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luce fu esposta pubblicamente a Londra nel 1847 e gli spettatori rimasero sorpresi in sommo grado ai suoi intensi getti intermittenti. Per ottenere questo risultato, due pezzetti aguzzi di carbone erano collocati in maniera che le loro punte fossero separate a breve distanza; e siccome questa distanza aumentava leggiermente a cagione della lenta combustione del carbone, le punte venivano spinte, mediante un congegno, alla loro posizione e distanza primitiva. I due pezzetti di carbone erano attraversati direttamente da una corrente galvanica trasmessa da un filo di rame ad un altro; e nel percorrere il breve spazio fra i due pezzi di carbone, li riscaldava amendue intensamente e faceva loro emettere una bianca-luce abbagliante. Ma i due ingegnosi'inventori inglesi, nonostante i loro sforzi lo-devolissimi, non riuscirono ad ottenere una luce ferma e costante; essa ondeggiava, era intermittente e non poteva essere adoperata ad alcun uso pratico, con tutto che eglino sperassero e dichiarassero che le vie e gli edifczi potevano essere illuminati ad un sesto del costo del gas.
Nel 1848 i signori Àchereau e Foucault fecero il primo esperimento d'illuminazione elettrica a Parigi; ed i signori Le Molt, Gillespie, Pearce, King ed altri introdussero varii perfezionamenti in questa illuminazione. Nel 1849 Grave, in una lettura all'istituto reale di Londra, dichiarò che fin dal 1843 egli aveva illunata con la luce elettrica la sala di lettura di esso istituto; ma il gran Faraday e tutti gli scienziati riconobbero la natura incostante di quella luce e la sua inapplicabilità ad usi generali quali che fossero i risultati ottenuti in casi speciali. L'anno seguente Allman propose una modificazione in cui la distanza fra le punte dei carboni variasse secondo l'intensità della