— Iti 153 —
LIV.
Luce elettrica e sua applicazione all'illuminazione.
Come tutti sanno, la scintilla elettrica produce scoppiando una luce intensa ed il lampo in sè altro non è che lo scoppio di una scintilla elettrica in proporzioni gigantesche. Una corrente di un non so che, cui fu posto il nome di elettricità in mancanza di un altro migliore, va da un punto all'altro nello spazio, e, se incontra qualche ostacolo, lo riscalda così improvvisamente e cos\ intensamente da' renderlo incandescente. Purché non la si guardi tanto pel sottile, questa breve spiegazione basterà per quella che segue.
Ora, molti scienziati hanno tentato per anni ed anni di rendere la scintilla elettrica bastantemente ferma da adoperarla nell'illuminazione ordinaria. Le difficoltà in far ciò erano grandi. Ogni scintilla dura per uno spazio minuto di- tempo quasi inconcepibile, ed una luce continua non può risultare che da una successione di simili scintille suceedentisi ad intervalli, impercettibilmente piccoli. Ogni tentativo per rendere stabile questa successione di scintille andò fallito; la luce era sempre incostante e disacconcia all'uso pratico.
Or fa circa ventiquattr'anni, due inventori inglesi, Greener e Staite pigliarono il brevetto per una luce elettrica che doveva far meravigliare il mondo. Eglino avevano divisato di racchiudere pìccoli pezzi di carbone puro in vasi impermeabili all'aria e di renderli incandescenti o luminosi mediante correnti di elettricità galvanica. Dopo molti mesi di esperimenti, questa nuova