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Tutti sanno come la gomena transatlantica si strappasse dopo non molto e come gl'intraprenditori, non punto scoraggiati, rinnovassero spese e fatiche enormi per sommergerne un'altra, la quale metto ora in regolare cotidiana comunicazione telegrafica l'America e l'Inghilterra. La Francia, gelosa di questo monopolio costoso, ed incotaggiata dall'esempio della sua rivale, gittò, col mezzo dell'enorme piroscafo ' Qreat-Eastem, una seconda fune transatlantica fra Brest e Nuova-' York, la quale fu aperta al pubblico il 15 agosto 1869. Questa seconda fune ha una stazione intermedia nell'isola francose di San Pietro di Miguelon, una lunghezza di circa 5200 chilometri ed è ravvolta in tanti fili che, sviluppati ed uniti insieme un dopo l'altro, farebbero almen sette volte il giro del mondo. In virtù della gran legge economica della concorrenza, questa seconda fune transatlantica ebbe per risultato inevitabile una diminuzione notevolissima nel prezzo dei telegrammi, con vantaggio incalcolabile del commercio dei due mondi.
Credesi per la comuné che pei telegrafi transatlantici, per traversare distanze di cinque o seimila chilometri, occorrano potentissime correnti elettriche, e, procedendo per semplice induzione diretta degli apparati in uso nelle stazioni dirette per trasmettere i telegrammi a poche centinaia di chilometri di distanza, s'inferisce che il numero delle pile adoperate alle estremità delle gomene transatlantiche sia enorme e tale da sprigionare correnti capaci d'ammazzare un elefante. Ora questo è un errore. Fra i telegrafi terrestri e le gomene oceaniche corre ima grande ed essenzial differenza. I primi agiscono come conduttori, le seconde sono vere bottiglie di Leida nello quali il fluido si accumula, e, per dirla alla francese, s'immagazzina. La gomena infatti offre