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damente, lo stilo dell' apparecchio telegrafico della stazione di arrivo segna semplici punti sulla carta. Secondo che la corrente è mantenuta più o men lungamente, si ottengono linee di dimensioni più o meno grandi. Finalmente, dalle interruzioni della corrente risultano tanti spazi in bianco. I punti e le linee porgono altrettante combinazioni quante occorrono per formare il suddetto alfabeto.
XLVII.
Telegrafo Bain.
II telegrafo stampatore di Bain (orologiaio oscuro di Wattcn, villaggio della Scozia) in uso sopra alcune linee inglesi, è basato su quel principio di decomposizione elettro-chimica illustrato con tanto successo da Davy e Ritter. Se un pezzo di carta tuffato in una soluzione acidulata di prussiato giallo di potassa, è posto a contatto coll'estremità zinco di una batterìa, una punta di acciaio con una corrente dall'estremità rame lascierà un'impronta di azzurro cupo finché il circuito è compiuto. Una striscia di carta satura della suddetta soluzione è svolta da un meccanismo, mentre l'alfabeto è anche formato da punti e linee. Il modus operandi di questo strumento rassomiglia cosi strettamente a quello di Morse che la sola differenza essenziale consiste nell'essere la carta preparata chimicamente.
Merita special menzione un'aggiunta importante fatta a queste due macchine telegrafiche. Una corrente può