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Storia popolare del progresso materiale negli ultimi cento anni

Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino Napoli, 1871, pagine 319

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   facesse per la locomotiva quello che Giacomo Watt per la macchina a vapore, che si appropriasse, vale a dire, tutto che era di buono in ciascuno dei varii sistemi, aggiungesse miglioramenti essenziali e creasse per tal modo un meccanismo compiuto c pratico. A questa grande impresa Stephenson applicò tutta la potenza inventiva del suo genio meccanico.
   Incoraggiato da lord Ravensworth, che gli somministrò il danaro occorrente, Stephenson costruì la sua prima locomotiva: Blticher (dal nome del maresciallo prussiano che decise della vittoria degli alleati a Waterloo), la quale percorse circa 3 chilometri all'ora, strascinando un carico di circa 30 tonnellate. Questa scarsa velocità e lo strepito immenso che produceva la locomotiva spinsero Stephenson a cercare'un qualche rimedio. Aveva egli osservato che il vapore fuggiva con una velocità assai più grande di' quella del fumo. Quest'osservazione fu come un lampo subitaneo, un'ispirazione del suo genio. Egli comprese immediatamente che se il vapore fosse spinto per mezzo di un tubo nel camino, dopo aver esercitato la sua azione nei cilindri, la sua velocità accrescerebbe la corrente d'aria nel camino, e per conseguenza, l'aspirazione e l'intensità del fuoco, nel mentre rimarrebbe diminuito lo strepito. Questa semplice ed ingegnosa innovazione accrebbe immediatamente la potenza della macchina. Divenendo più rapida, la combustione raddoppiò la quantità del vapore senza crescere il peso dell'apparecchio. Quest'invenzione doveva esser feconda di risultati importanti. Sua mercè divenne possibile adoperare, in processo di tempo, le caldaie tubulari ed ottenere velocità prodigiose. Questo nuovo sistema fu applicato da Stephenson nel 1815 in una nuova locomotiva che ricevè in pari tempo perfezionamenti mee-