macchina per altri dodici o quindici minuti finche il vapore avesse ripigliato la sua forza primitiva.
Un americano, Oliviero Evans di Filadelfia, ripigliò il disegno della locomozione per mezzo del vapore. Nel 1787 ottenne dallo stato di Maryland il diritto esclusivo di costruire e far uso dei veicoli a vapore, e si vantò di fabbricare un carro a vapore che avrebbe vinto alla corsa il cavallo più veloce sopra una strada comune ed avrebbe percorso quindici miglia all'ora sopra una strada a ruotate. I suoi concittadini però l'ebbero in conto di visionario si ch'ei morì negletto e fu tosto dimenticato; ma Evans ebbe il merito di far progredire non poco la scienza meccanica, inventando le macchine ad alta pressione le quali occupano poco spazio e sviluppano una potenza straordinaria.
Premendo le orme dell'ingegnere americano, l'inglese Riccardo Trevethick di Cornovaglia costruì, nel 1804, un veicolo a vapore con un sol cilindro motore collocato orizzontalmente e si recò con esso a Londra ove eccitò la meraviglia universali). Il daziere spaventato alla vista di Trevethick, che gli pareva Satana in persona sul suo carro di fuoco, alla dimanda fattagli so c'era dazio da pagare, rispose atterrito : Nulla, nulla, caro signor diavolo! Ma andate che un altro diavolo vi porti! Prevalse però in tutti l'opinione che il sistema di locomozione a vapore di Trevethick non si potesse applicare sulle ruo-taie per mancanza di aderenza delle ruote alle ruotaie. Per rimuovere quest'imperfezione, un altro inglese Blenkinsop, direttore della strada a ruotaie delle miniere di Middleton, divisò di costruire una delle due ruotaie a guisa di dentiera nella quale innestavansi i denti di una ruota della macchina. William e Chapman del pari che Bruiiton immaginarono altre combinazioni nella locomotiva, ma senza ottenere alcun risultato sod-
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