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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
altri tentativi non avendo naturalmente approdato, gii spiriti inventivi si rivolsero al vapore. Anche qui però paravansi innanzi non lievi ostacoli. Le sole macchine a vapore note a quel tempo erano a condensazione c l'enorme quantità d'acqua che richiedevano sopraccaricava siffattamente l'apparato ch'era quasi impossibile metterlo in movimento. Nel 1759 il dottor Robinson, studente allora e poi professore nell'università di Gla-scovia, annunciò pel primo potersi la macchina a vapore applicare a mettere in movimento le ruote dèi veicoli. Vuoisi però qui osservare che, sin dal 1629, l'italiano Giacomo Branca di Rimini, dirizzando il getto del vapore dell'acqua che si formava in una sfera metallica vuota e che usciva da un picciol tubo ond'era fornita, contro le palette di una ruota, imprimeva ad essa il movimento. La fervida idea di Robinson fu coltivata da Giacomo Watt il quale, nel 1784, descrivendo in una sua Memoria una macchina fondata sul principio dell'espansione del vapore, indicò anche il mezzo di applicare questo sistema al movimento dei carri; ma questo disegno di Watt non ebbe, come vedemmo, alcuna applicazione pratica. ![]() |