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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PERIODO DEI, RINNOVAMENTO
   la complessione. E mi sono rovinato infelicemente e senza rimedio per tutta la vita e rendutomi l'aspetto miserabile, e dispregevolissima tutta quella parte dell'uomo, che è la sola a cui guardino i più, e coi più bisogna conversare in questo mondo ». Su la fine del 1816 scriveva una cantica in terzine, intitolata Appressamento della morte, credendo prossima la sua fine, e procurando di confortarsi di dover rinunziare alla gloria, tanto bramata e vagheggiata, con la speranza del paradiso.
   Del raro ingegno del giovanetto recanatese s'innamorò Pietro Giordani, già illustre e di grande autorità; che con lettere caldissime d'affetto e d'ammirazione lo confortava e gli presagiva la gloria letteraria, ma lo scongiurava anche di non affaticarsi troppo, di aver cura della salute. « Per pietà (gli scriveva il 21 settembre 1817), per tutte le care cose di questo mondo e dell'altro, ponete, mio carissimo contino, ogni possibile studio a conservarvi la salute. La natura lo ha creato, voi l'avete in grandissima parte lavorato quel perfetto scrittore italiano che io ho in mente. Per carità non me lo ammazzate». Nel 1818 il Giordani andò a Recanati a trovare e conoscere di persona l'amico, 3 e si trattenne con lui una quindicina di giorni. Nel medesimo anno il Leopardi compose due canzoni All'Italia e Sopra il monumento di Dante, che pubblicò sul principio del 1819, dedicandole a Vincenzo Monti. Al conte Monaldo, che voleva mettere il figliuolo nella carriera ecclesiastica e sognava di vederlo presto in un alto grado, dispiacquero molto i sentimenti liberali e patriottici di quelle canzoni, ed « attribuì al Giordani quella mutazione primamente politica, poi filosofica e religiosa »; ma « le lettere di Giacomo, anteriori a quel tempo, osserva il Mestica, attestano luminosamente che quella mutazione era intima a lui, e già tanto avanzata prima della visita del Giordani, da potersi tenere per fermo che senza le occulte persuasioni di questo, se pur vi furono, sarebbe venuta nello stesso modo al suo esplicamento ».
   Ardentemente desiderava il Leopardi di partirsi da Recanati, il natio borgo selvaggio che tanto odiava, e di trasferirsi in una grande città; ma i genitori, parte per le non buone condizioni economiche, di cui il figliuolo era ignaro, parte perché temevano che egli si allontanasse sempre più da quei principi politici e religiosi di cui erano tanto tenaci, non volevano assentire alle sue istanze; ed egli tentò perfino di fuggire, nel luglio del 1819.