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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   II, ROMANTICISMO E ALESSANDRO MANZONI ' 231
   Marchi, Dalle earte inedite manzoniane del pio istituto dei figli della Provvidenza in Milano, Milano, 1914, p. 7 e segg.
   16 De Sanctis, Scritti varii cit., voi. I, p. 14. Cfr. la lett. cit. del Manzoni.
   17 Vedi anche F. d' Ovidio e L. Sailer, Discussioni manzoniane, Città di Castello, 1886.
   13 Vedi (oltre le edizioni citate di G. Mestica, di A. Bertoldi, ecc.) A. M., Liriche e tragedie pubblic. di sugli autografi con le varianti e le successive stesure da C. Lesea, Milano, 1927-28 (voi. 1° delle Op. di A. M., ediz. del Centenario in corso di pubblicaz.); Poesie di A. Manzoni scelte e annotate da A. D'Ancona, Firenze, Barbèra; Liriche scelte, con introduz. e note di A. Momigliano, Un. tipogr. editr. torinese; dichiarate da G. Brognoligo, Firenze, Perrella; con introduz. e note di N. Busetto, Catania, Muglia; di A. Ma-renduzzo, Milano, Signorelli; di F. Biondolillo, Palermo, Trimarchi; ecc.
   19 Vedi (oltre il Momigliano, il Galletti, lo Scherillo, ecc. cit.) F. d'Ovidio, Ermengarda negli Studii manzoniani cit. ; L. Mazzttcohetti, Schiller in Italia, Milano, 1913, parte 2a;M. Barbi, Di alcuni pregiudizi intorno al Carmagnola del Manzoni, nella Miscellanea di studi storici in onore di G. Sforza, Lucca, 1915 ; E. Santini, Le idee del Manzoni sulla tragedia e l'«Adelchi», nel Giorn. Stor. della letterat. ital., XCII (1928), p. 233; A. M., Tragedie, con introduz. e note di P. Egidi, Un. tipogr. editr. torinese; con introduz. e note di M. Cam-podonico, Milano, Signorelli; ecc.
   20 G. Zanella, Storia della letterat. ital. dalla metà del Settecento ai giorni nostri cit., p. 220.
   21 II Galletti, nel saggio su Manzoni, Shakespeare, Bossuet (nel voi. cit. Saggi e studi) dimostra che la riforma drammatica si presentò « al pensiero del Manzoni come un problema morale ». Egli credeva « che il dramma sto-rico di origine shakespeariana » « chiudesse in sé una forza morale e purificatrice, gettasse negli animi una commozione generosa ed austera, da cui, insieme alla coscienza della nostra infelicità, potevano rampollare l'umiltà e la rassegnazione cristiana ». « La presènza della verità storica basta a liberare la tragedia da ogni immoralità e da ogni frivolezza»: ma, appunto perché la verità storica penetri nel dramma, questo deve sciogliersi « dai vincoli di dannose convenzioni, e in primo luogo dall'impaccio delle regole ».
   22 Ma cfr. D'Ovidio, lo studio citato su Ermengarda-, E. Santini, Le idee del M. sulla tragedia e V « Adelchi » cit. Quanto al Carmagnola, il Barbi, nello studio citato, discusse e combattute varie importanti censure, senza voler asserire che « il Carmagnola sia un gran dramma », sostiene « che tutto, nella tragedia, è legato e mirabilmente convergente al suo fine: l'azione sapientemente sviluppata, il disegno netto ed armonico, i caratteri ben profilati ».
   23 Poiché l'autore ebbe terminato la prima minuta del romanzo, la quale scrisse, con qualche interruzione, dal 24 aprile 1821 al 17 settembre 1823, prese a riscriverlo, non solo con infinite correzioni, ma con mutamenti importantissimi, abbreviando e togliendo anche alcune parti, in somma, tranne nelle linee generali, rifacendolo interamente. Il titolo che ebbe il romanzo anche durante la prima stampa, e già era stato impresso sul frontespizio e la copertina, fu quello di Sposi Promessi, soltanto all'ultimo cambiato in Promessi Sposi. Balla prima minuta lo Sforza diede in luce, nel 1905 (Milano, Hoepli), i Brani inediti dei Promessi Sposi, che suscitarono grande curiosità e vive discussioni: vedi segnatamente F. d'Ovidio, I Brani inediti nei cit. Studii manzoniani-, R. Renier nel voi. Svaghi critici, Bari, 1910; A. Pelliz-