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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PERIODO DEI, RINNOVAMENTO
   sultati: certo nella sostanza ha un gran fondamento di verità, purché s'intenda con discrezione, non disconoscendo né sminuendo l'efficacia dei grandi scrittori dai primi secoli ad oggi, l'importanza e la necessità dell'uso letterario. Il Manzoni stesso del resto pose « soprattutto la mira al fiorentino cólto, osserva il D'Ovidio, cioè dove è più naturale e frequente la rispondenza all'uso letterario moderno ». 30 Prima di esporre e discutere le sue teoriche, e conformandosi ad esse, il Manzoni ricorresse, come lio avvertito, con lungo e paziente lavoro i Promessi Sposi, attenendosi quanto più fedelmente potè all'uso fiorentino; e senza dubbio dalla prima alla seconda edizione del romanzo « v' è in complesso un miglioramento grandissimo », come giudica il D'Ovidio, ed in certi punti sembra di leggere « addirittura la composizione d'uno scolaro inesperto, benché molto ingegnoso, corretta da un ben accorto maestro ». 31
   Cronologicamente le Osservazioni sulla morale cattolica, 32 in confutazione di una sentenza dello storico Sismondi, furono la prima delle prose del Manzoni (1819). La Colonna infame, terminata fin dal 1829, fu stampata con la seconda edizione dei Promessi Sposi (1840-42);83 ed il pubblico, che si aspettava di leggere un altro romanzo, rimase deluso e scontento trovandosi dinanzi un severo studio storico intorno al famoso processo contro Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, condannati come untori nella peste del 1630. È lavoro condotto con dottrina storica e con un elevato e severo concetto morale. Il Dialogo dell'invenzione (1845) svolge la dottrina rosminiana delle idee innate, applicandola alla invenzione artistica. Del Manzoni è stato raccolto l'epistolario, 31 e si sono pubblicati gli scritti inediti e rari. 33 Con molto desiderio era atteso II saggio comparativo sopra la Rivoluzione francese del 1789 e La Rivoluzione italiana del 1859, opera che il Manzoni aveva cominciata già molto vecchio e lasciata incompiuta: uscita in luce nel 1889, parve inferiore all'aspettativa, sia perché è solo un frammento, e i fatti esaminati non vanno oltre l'agosto del 1789, sia perché l'autore volle piuttosto giudicare che narrare e rappresentare; onde abbiamo un lucido e acuto ragionamento, non una viva rappresentazione storica. 3(5
   Alcuni, non soltanto per ragioni letterarie ma anche morali e religiose, ebbero per il Manzoni una specie d'idolatria, ed altri palesarono una vivissima avversione, esagerandone i difetti,