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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   II, ROMANTICISMO E ALESSANDRO MANZONI ' 227
   acuto e sicuro, e versò nel suo romanzo, spesso con umorismo fluissimo, tesori d'osservazione psicologica; sicché esso, per valermi d'una espressione del D'Ovidio, « a ognun di noi pare il più bel succo della sua propria esperienza ». Creò una quantità di caratteri e di tipi, che vivono innanzi agli occhi del lettore e s'imprimono incancellabilmente nella memoria, dal più popolare di tutti, Don Abbondio, d'una verità ed evidenza perfetta, a Fra Cristoforo, all'Innominato. In fine il Manzoni diede l'esempio d'una prosa semplice, spontanea, popolare, che narra e descrive e dipinge con mirabile proprietà e vivezza. Gli fu rimproverato, anche dal Goethe, di dare troppo luogo all'erudizione storica: «togliete tutte quelle appendici, dice il Do Sanctis, e niente toglierete al valore storico del racconto; perché la storia non è in tutta quella erudizione, ma in quel soffio occulto, che anima e genera gli avvenimenti, e dà a quelli l'impronta del secolo».26 Ma il Momigliano ben dimostra che «nel capolavoro manzoniano la storia milanese del sec. XVII non è secondaria né riguardo allo spirito né riguardo all'arte di tutto il romanzo ».27
   6. In mezzo al plauso suscitato dai Promessi Sposi, il Manzoni, con quel suo ingegno critico, fino, incontentabile e forse talvolta un po' troppo sottile, in un discorso, pubblicato nel 1845, Del romanzo storico e in generale dei componimenti misti di storia e cl'invenzione, dichiarava e cercava dimostrare il romanzo storico un genere letterario falso, come tutti i generi misti d'invenzione e di storia. « Un gran poeta e un gran storico, diceva, possono trovarsi, senza far confusione, nell' uomo medesimo, ma non nel medesimo componimento ». Così il Manzoni critico condannava l'opera sua di artista; ma la condanna non è stata accettata quanto ai Promessi Sposi, che sono vivi e imperituri: vero è però ohe il romanzo storico è andato rapidamente decadendo, ed oggi è poco trattato e raramente con buon successo.28
   Parecchi altri scritti critici e storici compose il Manzoni, oltre quelli ricordati. 29 In vari studiò, con perseverante meditazione e_ con acume, la questione della lingua italiana (Lettera a Giacinto Carena sulla lingua italiana [1845], una relazione al Ministro dell'istruzione pubblica Dell'unità della lingua e dei mezzi di diffonderla [1868], ecc.), sostenendo la necessità di uniformarsi all'uso delle persone ben parlanti di Firenze. Tale dottrina accese infinite dispute, ma non infeconde di utili ri-