II, ROMANTICISMO E ALESSANDRO MANZONI '
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Alle sorti della patria partecipò vivamente con l'animo; e se non fu, coni' è noto, uomo d'azione, non si ritrasse anche dal-l'affrontare qualche rischio: fu costante sua aspirazione non pure la libertà ma l'unità d'Italia; e l'amore della patria e della libertà, «latente ed implicito in ogni sua opera, dice il D'Ovidio, manifestò anche eloquentemente in qualcuna ». Nominato senatore (1860), diede il suo voto alla proclamazione del Regno d'Italia e al trasferimento della capitale a Firenze. Dopo il '70 accettava la cittadinanza romana, ringraziando con una nobile lettera il Consiglio Comunale che aveva voluto, diceva modestamente, « compensare, come fatti, delle buone intenzioni, e dare il valore di merito alle aspirazioni costanti d'una lunga vita all'indipendenza e unità d'Italia».
Nonostante il nome altamente famoso, visse il Manzoni ritirato • e modesto fra' libri, la famiglia e alcuni diletti amici, ma lo funestarono inaspettati e dolorosissimi lutti:, perdette nel '33 la moglie amatissima, la sua primogenita, sposa a Massimo d'Azeglio, l'anno appresso, poi altre tre figliuole; Tommaso Grossi cui era legato da affetto fraterno (1853) e Antonio Rosmini (1855) da lui amato e venerato come gran filosofo e santo uomo; la seconda moglie Teresa Borri vedova Stampa, e finalmente nel 1873 il figlio Pietro, cui sopravvisse poche settimane. Cessava di vivere per infiammazione cerebrale la sera del 22 maggio 1873; e unanime fu il compianto, magnifiche le funebri onoranze.
3. Nelle prime prove poetiche, dal Trionfo della Libertà, 11 ove appare la inesperienza artistica del giovanetto quindicenne, ai versi in morte di Carlo Imbonati e all' Urania, il Manzoni fu seguace della scuola classica, ed ebbe gli elogi del Monti e del Foscolo; il quale nelle note ai Sepolcri citava con bella lode alcuni versi del carme all'Imbonati. In quel periodo giovanile il Manzoni tentò anche la satira, e nel terzo di quattro sermoni che scrisse 12 diceva come preferisse
Notar la plebe con sermon pedestre Che far soggetto ai numeri sonanti Opre d'antichi eroi.13 Fatti e costumi Altri da quel ch'io veggio a me ritrosa Nega esprimer Talìa......
I versi in morte dell'Imbonati e l'Urania furono poi rifiutati
dall'autore; ma i primi forse non per ragioni letterarie,14 chó