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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I CLASSICISTI
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   la Storia d'Italia dal 1789 al 1814. Tornato a Parigi dettò frettolosamente in francese, stretto dal bisogno, una storia d'Italia da Costantino al 1814, e biografìe per la BiograpMe universelle del Michaud: una società di 96 persone, quasi tutte italiane, gli assegnò una pensione perché scrivesse là Storia d'Italia in continuazione del Guicciardini-, la quale uscì in luce nel 1832. Intanto nel 1831 aveva avuto una pensione da Carlo Alberto, che lo creò primo cavaliere dell'ordine, allora istituito, del Merito civile di Savoia. Il Botta morì a Parigi nel 1837. Nel 1875 le sue ceneri furono trasportate a Firenze in Santa Croce.
   La Storia della guerra dell'indipendenza degli Stati Uniti d'America è ricca di notizie, esatta, accurata, e dimostra nell'autore grande elevatezza di sentimenti e di pensieri: la Storia d'Italia dal 1789 al 1814 è un bello e colorito quadro degli avvenimenti di quel tempo; minor pregio ha la storia in continuazione del Guicciardini, lavoro assai affrettato. Un generoso e ardentissimo amore della virtù e della patria anima le opere del Botta; lo stile ha vigore e maestà, ma non è scevro di gonfiezza e di affettazione.
   Pietro Colletta 31 napoletano nacque nel 1775: entrò nella milizia, e nel 1798 era luogotenente d'artiglieria: istituita la repubblica Partenopea, servì il nuovo governo, onde, quando la repubblica cadde, fu imprigionato; ma dopo cinque mesi fu rimesso in libertà. Si diede allora ad esercitare la professione d'ingegnere civile. Nel 1806, occupato nuovamente il regno dai Francesi, s'aprì a lui una carriera rapida e splendida negli uffici pubblici, militari e civili, che si chiuse con la caduta del governo costituzionale napoletano del 1820: specialmente Gioacchino Mu-rat lo ebbe caro e in grandissima stima. Restauratoci governo borbonico dalle armi austriache, fu imprigionato, poi relegato (1821) a Briìn in Moravia. Dopo due anni una grave malattia fece sì che gli fosse mutato il confine in esilio; ed egli si stabilì in Firenze, dove strinse amicizia con Gino Capponi, col Giordani, con Giambattista Niccolini ed altri egregi uomini, e dove morì l'il novembre del 1831, poco dopo che il governo granducale gli aveva intimato l'esilio dalla Toscana. Opera di alto valore (ancorché non sempre esatta, imparziale e spassionata), robusta e nobile di pensiero e di forma è la sua Storia del Bearne di Napoli dal 1734 al 1825; alla quale aveva vòlto il pensiero in Moravia, poiché, non potendo più operare a prò della patria, voleva almeno giovarle con gli scritti, e che compose, negli anni