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PERIODO DEI, RINASCIMENTO 92
Abbiamo ricordato i tre maggiori poeti di Firenze nella seconda metà del Quattrocento, ma di altri scrittori pure si deve far menzione. Non nato in Firenze, ma in Ferrara l'anno 1452, dimorò parecchi anni ed esercitò grande efficacia e morì per mano del boia in quella città, il 1498, frate Girolamo Savonarola ;22 il quale si fece difensore della libertà repubblicana contro ai Medici, e all'epicureismo, che questi e i loro cortigiani promovevano, contrappose un austero ascetismo. Ci restano del Savonarola opere latine e italiane ascetiche, un trattato Circa il reggimento e governo della città di Firenze, prediche rozze ma piene di schiettezza e di calore, e fervorose laude. Fra gli ammiratori ed amici fiorentini del Savonarola Gerolamo Benivieni-(1453-1542), ispirato da un libro del Ficino, compose una canzone assai sottile ed oscura su l'amore divino (la quale fu commentata da Pico della Mirandola), rime religiose ed egloghe allegoriche in terzine, cristiane di sentimento e di forma classica. Bernardo Pulci, fratello di Luigi, e Antonia sua moglie scrissero rime e rappresentazioni sacre; il fratello maggiore, Luca, compose un poemetto in ottave ed epistole in terzine. Delle prose ricorderò la novella del Crasso legnaiuolo, spigliato e amenissimo racconto di una singolare burla; le Vite di uomini illustri del sec. XV del libraio Vespasiano dà Bisticci (1421-1498), pregevoli per le notizie che ci forniscono su scrittori e personaggi cospicui di quel tempo ; e singolarmente importanti, sebbene in forma frammentaria, gli scritti di Leonardo da Vinci, il sommo artista e scienziato pur di gran valore, ammirevoli per l'originalità e l'acutezza del pensiero, per lo stile conciso e perspicuo, robusto ed agile.23 5. Matteo Maria Boiardo, 24 conte di Scandiano, è autore di una delle opere di maggior pregio del Quattrocento : l'Orlando Innamorato in 69 canti in ottave. Nacque egli a Scandiano nel 1441, sembra: fu caro ai duchi di Ferrara, ed ebbe da essi onorevoli uffici. Tradusse opere latine e greche, ma queste da versioni latine (non senza pregi la traduzione di Erodoto); scrisse in latino dieci, egloghe ecc. In poesia volgare compose pure dieci egloghe ; il Timone, componimento drammatico su lo stampo della sacra rappresentazione, in cinque atti in terzine, nel quale seguì molto dappresso e spesso tradusse (da una versione latina) un dialogo di Luciano, meno che nell'ultimo atto che è sua invenzione; liriche nelle quali è imitato il Petrarca, ma assai francamente, e che hanno eccellenti doti e di sentimento