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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PERIODO DEI, RINASCIMENTO 90
   la sua natura nelle Selve d'amore, dove usò bene l'ottava rima come metro lirico ed elegiaco: trattò pure altri generi di poesia. L'idillio apparisce classicamente leggiadro e fiorito nelle terzine del Corinto, poemetto così intitolato dal nome del pastore che v'è introdotto a cantare i suoi amori; ma « è riportato alla greggia verità » nella Nencia da Barberino, una specie di dichiarazione amorosa, in ottave rusticane, di un contadino mugellano. Un poemetto descrittivo e mitologico in ottave, che rammenta il Ninfale Fiesolano del Boccaccio, è l'Ambra, nome classico che Lorenzo aveva dato alla sua villa di Poggio a Calano: un altro poemetto in ottave, La caccia col falcone, descrive con vivacità ed evidenza una caccia, che il poeta fa coi suoi amici. I Beoni, poemetto in terzine incompiuto, con molte reminiscenze dantesche, sono un'allegra parodia. Di argomento filosofico è l'Altercatone, una disputa tra il poeta e un pastore se debba giudicarsi più felice la vita cittadina o campestre, conclusa dal Fi-cino, che spiega, secondo i principi platonici, la vera felicità esser solo riposta nell'amore e nella contemplazione di Dio. Oli Amori di Marte e di Venere sono frammenti d'un dramma mitologico, rimasto incompiuto, in terzine: in ottave e d'argomento sacro è la Rappresentazione di San Giovanni e Paolo. Anche canti spirituali compose Lorenzo, ed insieme con le laude, ballate sensuali ed anche oscene e i Trionfi e Ganti carnascialeschi, che si cantavano in tempo di carnevale da allegre brigate, le quali giravano sopra carri per la città, e rappresentavano personaggi mitologici o allegorici, o arti varie e mestieri. Cosa bellissima è il Trionfo di Bacco ed Arianna. In prosa Lorenzo commentò le proprie liriche, ed in un'epistola a Federigo d'Aragona, mandandogli una raccolta di poesie volgari, trattò brevemente la storia dell'antica poesia toscana. 16
   Maggior perfezione artistica raggiunse il Poliziano.17 Angelo Ambrogini, da Montepulciano sua patria detto il Poliziano, nacque nel 1454; fu accolto giovanetto 18 in casa de' Medici, e fu scolaro dello Studio fiorentino ; a sedici anni cominciò a tradurre in esametri latini Omero, a ventisei era ammiratissimo professore di eloquenza greca e latina nello Studio. L'alto valore di lui nel latino e nel greco provano, fra altre cose, i Miscellanea, raccolta di osservazioni critiche sul testo di vari classici, e i versi latini e greci. Fra le elegie latine graziosissima quella su le viole donategli dalla donna amata, piena di genti-