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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PERIODO DEI, RINASCIMENTO
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   tagliero, fu tra i primi polemisti di quel secolo, che vide tante accanitissime zuffe fra gli erucliti.
   Fra gli storici si deve ricordare con molta lode Flavio Biondo forlivese, la cui opera principale è la storia d'Italia dalla caduta dell'impero romano sino al 1440: inelegante nella forma, ha molto valore per la ricca erudizione e la diligenza delle ricerche. Due papi eruditi furono Niccolò V, Tommaso Parentucelli di. Sar-zana, splendido protettore degli studi classici, e Pio II, Enea Silvio Piccolomini, che molto scrissq in latino: notevoli specialmente le opere storiche e geografiche, ed anche come oratore egli si eleva sopra gli altri.
   L'insegnamento di Guarino Veronese diede incremento alla cultura classica a Ferrara: il suo discepolo Vittorino Rambal-doni da Feltre, anima candida e nobilissima, fondò una celebre scuola a Mantova, primo a guidare l'istruzione e l'educazione secondo norme scientifiche, « primo educatore moderno ».
   Composero liriche latine Antonio Beccadelli di Palermo, detto dalla patria il Panormita, (la più parte dei suoi versi sono lascivi e osceni); Giannantonio Campano da Cavelli in Terra di Lavoro ; Tito Vespasiano Strozzi di Ferrara, poeta affettuoso ed elegante. Il Pontano ed il Poliziano scrissero il latino in poesia e in prosa con sicura padronanza, con grazia e freschezza, con uno stile proprio ed originale. Il Poliziano, dotto e acuto filologo, espertissimo anche nel greco, autore di eccellenti versi latini, è anche il più elegante poeta volgare del Quattrocento, e di lui parleremo fra breve. Giovanni Pontano, di Cerreto presso Spoleto, ( 1422?-1503), entrò giovane assai al servizio di Alfonso I d'Aragona; sotto Ferdinando I gli fu affidata l'educazione del principe Alfonso, divenne poi segretario del re; gli ultimi anni occupò interamente nello studiare e nello scrivere: compose storie, poemi didattici, egloghe, dialoghi pieni di vivacità e di sale, liriche stupende. 5
   Segnatamente per il bisogno, che gli umanisti ebbero a provare, di raccogliersi a ragionare e discutere degli studi cui attendevano con tanto ardore, di riunirsi in un lavoro collettivo, nacquero alcune Accademie : principali quelle di Firenze, di Roma e di Napoli. Fra i dotti che seguirono l'imperatore greco prima a Ferrara poi a Firenze per il concilio, con cui si tentò invano di riunire la chiesa greca e la latina, eravi Giorgio Gemisto di Costantinopoli; il quale per Platone aveva così grande