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PERIODO DEI, RINASCIMENTO 84
di Firenze fu seguito dagli altri stati d'Italia. Luigi Marsili, agostiniano e dottore di teologia, nel convento di Santo Spirito, ove abitava, raccoglieva intorno a sé tutti i dotti di Firenze e quanti desideravano istruirsi : Giovanni Malpaghini di Ravenna, che era stato qualche anno presso il Petrarca, insegnò eloquenza latina nello Studio fiorentino, maestro a parecchi che divennero eruditi famosi. Coluccio Salutati, Palla Strozzi nobile fiorentino ed altri fecero sì che nel 1396 fosse chiamato Emanuele Crisolora, già maestro illustre a Costantinopoli sua patria, ad insegnare il greco nello Studio fiorentino ; e per quanto vi rimanesse soltanto sino al principio del 1400, l'insegnamento suo fu assai fruttuoso. Scolaro del Crisolora fu Leonardo Bruni d'Arezzo, segretario nella corte di Roma, poi della Repubblica fiorentina, autore d'una storia latina di Firenze, e di varie traduzioni dal greco in latino ecc. Gran quantità di opere classiche raccolse in Firenze Niccolò Niccoli, le quali destinò alla sua morte alla fondazione di una pubblica biblioteca: sarebbero andate in mano dei creditori, che aveva finito tutto il suo e s'era empito di debiti per acquistarle, se non le riscattava Cosimo de' Medici: formarono poi il primo nucleo della biblioteca Lau-renziana. Ambrogio Traversali camaldolense, di Portico in Romagna, frequentò le lezioni del Crisolora; tradusse varie opere dal greco in latino, ma specialmente autori sacri: presso di lui si radunavano in Firenze i più dotti uomini, come già innanzi presso il Marsili : finì generale dell'ordine. Giannozzo Manetti, fiorentino, lodato per la grande rettitudine dimostrata nei molti uffici che sostenne, ebbe fama specialmente come oratore: conobbe anche l'ebraico e tradusse i Salmi dall'originale.
Gran numero di testi latini e greci si ritrovarono nei primi decenni del sec. XV: importantissime scoperte fece nei suoi molti viaggi Poggio Bracciolini di Terranuova presso Arezzo, segretario pontificio, poi cancelliere di Firenze, nel quale ufficio compose una storia di questa città: scrisse pure dialoghi ed epistole con arguzia e vivacità, ed ebbe aspre dispute col Filelfo e col Valla. Francesco Filelfo da Tolentino, che lungamente dimorò a Milano e celebrò Francesco Sforza, con poco merito godè grande fama fra i contemporanei. Uno dei più insigni umanisti per acume critico e per dottrina è Lorenzo Valla, nato a Roma di famiglia piacentina: con un animoso scritto impugnò la pretesa donazione di Costantino al Papa: spirito irrequieto e bat-