PERIODO DEI, RINASCIMENTO
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Con appropriata e felice locuzione, a questo operoso studio e devoto culto degli autori classici e dell'antichità fu dato il nome di Umanesimo, e i dotti che lo professarono furono chiamati Umanisti. 4
In Toscana però, anche nel massimo entusiasmo per gli studi classici, la letteratura volgare non fu mai del tutto trascurata, e accanto alla poesia e alla prosa d'arte germogliò una varia e ricca fioritura di poesia popolare: nel sec. XV da una parte apparisce il trionfo dell'erudizione, dall'altra scorgiamo un nuovo elaborarsi della letteratura volgare, finché questa risorge rafforzata da quella, ed estendendosi a tutta l'Italia diviene di toscana letteratura nazionale. Circa la metà del secolo, il necessario procedere degli avvenimenti cagionava un mutamento notevolissimo nelle condizioni letterarie e civili d'Italia; e «la poesia italiana, così il Carducci, risalì di per le strade e le piazze nei palagi e nelle regge, dove strinse e raffermò un'alleanza, talvolta un po' servile, con la classica letteratura ». In Firenze Lorenzo de' Medici e il Poliziano sollevarono e ingentilirono le forme della poesia popolare, infondendo in esse, specie il secondo, lo spirito e la bellezza della poesia classica; Luigi Pulci trattò primo con arte l'epopea romanzesca. La quale nell'Italia settentrionale fu rinnovata e nobilitata nell' Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, vissuto alla corte Estense di Ferrara; dove la letteratura volgare fu assai favorita, come pure nelle corti di Milano, di Mantova, eoe. Sopra tutti gli scrittori meridionali si eleva Iacopo Sannazaro, specialmente per l'elegante sua opera intitolata l'Arcadia.
2. Molti sono gli eruditi che, ricercando, studiando, traducendo e imitando gli scrittori classici, proseguirono l'opera del Petrarca e del Boccaccio: ne ricorderò alcuni dei principali. Alla stessa età del Petrarca e del Boccaccio appartengono Co-luccio Salutati di Stignano in Val di Nievole, Luigi Marsili di Firenze, Giovanni Malpaghini di Ravenna, Il Salutati, appassionato raccoglitore di classici, critico e correttore diligente e avveduto dei testi, autore di vari scritti latini, fra' quali molto importanti l'epistole (vere dissertazioni alcune), fu segretario operoso e zelante della Repubblica fiorentina; «primo a scrivere le lettere diplomatiche e di affari come opere d'arte, ottenendo un successo singolarissimo»: dopo di lui la Repubblica sempre elesse a segretari uomini colti e valenti nelle lettere, e l'esempio