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PERIODO DEI, RINASCIMENTO 82
un oscuro scrivano, addetto a tener nota di chi entrava o usciva dalla città, portava da lontane regioni un manoscritto di Catullo, e nel 1329 uno studioso riuscì a mettere insieme per proprio uso un'ampia antologia di scrittori latini. 2 Si è già accennato all'indefesso zelo e alla gioia con cui il Petrarca e il Boccaccio rintracciarono e si procurarono buon numero di opere, classiche.
In Firenze lo studio dell'antichità classica progredì rapida-mente, ma ben presto si estese a tutta l'Italia, favorito da principi e da repubbliche, rinvigorito dallo studio della lingua e della letteratura greca, che diffusero dotti greci venuti o per ragioni private, o per il concilio di Ferrara del 1438, o dopo la caduta di Costantinopoli (1453), e lietamente accolti in Italia; divulgato poi più largamente e agevolmente per l'invenzione della stampa. Con Firenze gareggiano Roma e Napoli: fra i protettori degli eruditi e dei loro studi si segnalano Cosimo e Lorenzo de' Medici, Niccolò V, Alfonso d'Aragona, Federigo di Monte-feltro duca d'Urbino.
« L'erudizione, dice. Pasquale Villari, fu il mezzo con cui gl'Italiani seppero liberare sé stessi e l'Europa dalle pastoie del Medio Evo, non interrompendo, ma continuando e compiendo, sotto diversa forma, l'opera iniziata dagli scrittori del Trecento ». « Cominciava a mancare quella forza creatrice che già aveva dato origine alla nostra letteratura, e sola poteva portarla al suo naturale compimento, facendole trovare le nuove forme che essa cercava. Se non che queste forme non sono mutabili a capriccio, sono determinate dalle leggi del pensiero e della natura, e furono trovate la prima volta dai Greci e dai Romani, presso i quali serbano in eterno tutto il vigore, lo splendore e la originalità che le opere dell'arte raggiungono solo nel momento della prima creazione. Il ritorno al passato si presentava quindi come un progresso naturale, necessario, e la grande relazione della cultura latina con la italiana lo faceva sembrare come un ritemprarsi alle prime sorgenti, un ritorno all'antica grandezza nazionale. I Greci e i Latini presentavano inoltre agli Italiani una letteratura ispirata alla natura ed alla realtà, guidata dalla ragione, non sottoposta ad alcuna autorità, non circondata da nessun velo allegorico, da nessun misticismo; imitarla era quindi un liberarsi affatto dal Medio Evo. E così tutto spingeva ora verso il mondo antico ». 3