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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL, SECOLO XVI
   cameron la descrizione della pestilenza di Firenze; e con la giocondità delle novelle questo cupo quadro contrasta drammaticamente: le novelle sono collegate dal racconto degli spassi della lieta compagnia, e le persone che la compongono hanno caratteri vari, ben dipinti dallo scrittore, che alcuni credono raffigurasse sé stesso in Dioneo.
   Da molte fonti è attinta la materia delle novelle, nelle quali è così mirabile varietà di avvenimenti e di caratteri: da racconti orientali diffusi in Europa, dai FabUaux, da anteriori libri italiani di novelle, da racconti della letteratura latina del Medio Evo, da autori latini e greci, da atti e aneddoti contemporanei: ma questa materia il Boccaccio atteggiò e colorì originalmente, rivestì di una forma artistica che è tutta sua propria.7 È stato censurato il Boccaccio per lo stile troppo fiorito e il periodare alla latina: ma «l'arte della parola, osserva il Carducci, si risvegliò nelle nuove lingue latine con la rimembranza del discorso periodico: ricordate l'artificiosa rozzezza delle lettere di Guittone, vedete la gravità solenne del Convito di Dante: da tale istinto romano il Boccaccio fu tratto a vagheggiare il periodo di Cicerone »; 8 e lo stile di lui così ricco, così melodioso, si adatta pur bene al riposato e allegro novellare, s'accorda pienamente con l'indole del componimento: quando poi lo richieda l'argomento, il Boccaccio sa anche riuscire breve, conciso, spigliato. La forma da lui usata divenne poi, trasportata ad altri argomenti e negli inetti imitatori, la cosa più noiosa e sazievole che si potesse immaginare, ma egli fu un meraviglioso artista della parola.
   Al Boccaccio si è pure rimproverata l'inverecondia, l'oscenità di molte novelle: bisogna però considerare che la novella era allora generalmente molto libera, sciolta e sboccata, perfino quando dovea contenere un significato morale; che egli riproduceva tutta la vita dei suoi tempi, nella quale abbondava la corruzione; anzi in molte novelle si scorge chiaro l'intento satirico : infine non dimentichiamo che, se dipinse il male e il vizio, si compiacque anche di ritrarre, benché non vi riuscisse con uguale verità ed evidenza, la virtù e i caratteri nobili e generosi. Ma effettivamente l'arte sola importa al Boccaccio: a questa tutto egli subordina e sottopone, come all'unico, scopo ch'egli prosegua con sincerità e serietà. 11 Decameron è 'ma vasta rappresentazione della realtà veduta da un'osservatore attento,