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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL, SECOLO XVI
   Santo Stefano di Badia; ma non gli reggeva la salute: nell'autunno del 1374, affranto di corpo e di spirito, afflittissimo per la morte del suo Petrarca, si ritirò in Certaldo, dove spirò il 21 dicembre del 1375.
   2. Il Boccaccio lia lasciato un gran numero di opere. Si riferiscono all'amore con Maria 2 parte delle Rime, il Filocolo, il Filostrato, la Tesetele, YAmeto, l'Amorosa Visione, la Fiammetta: l'ultima fra le opere della giovinezza del Boccaccio pare sia il Ninfale Fiesolano. Il Decameron fu incominciato forse nel 1348, si crede compiuto nel 1353 o 1354: seguirono il Corbaccio, la Vita di Dante, e, ultimo scritto e rimasto interrotto, il Commento sopra la Commedia di Dante.
   Oltre queste opere volgari, il Boccaccio ne compose varie in latino, specialmente dopo il 1350: ci rifaremo da queste, che ce lo rappresentano come erudito. Come tale egli non ha Bello scrivere latino l'eleganza e il gusto del Petrarca, e la sua erudizione, come la forma, è più confusa e medioevale; ma non meno del Petrarca contribuì alla diffusione della cultura classica. Ebbe anche il merito, che egli medesimo giustamente si attribuiva, di far rinascere gli studi greci in Toscana: acquistò un manoscritto completo di Omero, e vigilò e sollecitò la traduzione, che dell' Iliade e dell'Odissea fece in prosa latina, assai goffamente, Leonzio Pilato. Il Boccaccio scrisse in latino sedici egloghe e altri pochi carmi, delle epistole, quattro opere ove raccolse e ordinò molte notizie erudite, giovando assai al progresso degli studi, un elogio biografico del Petrarca, composto prima che questi fosse ospite dell'autore a Firenze, ed alcune altre poche cosette. Molto importanti per la conoscenza della vita, dell'animo e degli studi del Boccaccio sono le epistole scritte in vari tempi ed anche l'egloghe, le quali adombrano spesso avvenimenti contemporanei e fatti della vita dello scrittore, e contengono molte considerazioni di questo, religiose, morali, letterarie. Delle opere di erudizione la più importante è il De genea-logiis deorum gentilium, vasta compilazione nella quale il Boccaccio sfoggiò tutta la sua sapienza mitologica: un dizionario geografico a illustrazione dei classici è il libro De montibus, sylvis, lacubus ecc. Insieme con l'intendimento erudito ne hanno uno morale il De claris mulieribus, serie di brevi biografie di donne famose da Eva ai tempi dello scrittore, e il De easibus virorum illustrium, ove l'autore, narrando e descrivendo con i più vivi