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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL, SECOLO XVI
   Giovanni Boccaccio.
   1. Vita del Boccaccio. — 2. Le opere latine e le minori opere volgari. —• 3. Il
   Decameron.
   1. Giovanni Boccaccio, 1 figlio illegittimo di un mercante fiorentino, ma oriundo di Certaldo nella Val d'Elsa, Boccaccio di Cliellino (Chelino, Michelino), nacque in Parigi nel 1313 (o, secondo qualche studioso, nei primi mesi del 1314). Il padre, poiché l'ebbe seco a Firenze, contro l'inclinazione naturale che dimostrava per la letteratura e la poesia, tanto da comporre bambino di men di sette anni alcune poesiucce (com'egli racconta), lo avviò ben presto alla mercatura; e non riuscendogli di farne un mercante, volle che a Napoli, dove, abbandonata la casa paterna, si trovava ad impratichirsi nel commercio, si desse allo studio del diritto canonico. Ma da questo distrassero il Boccaccio l'amor delle lettere, sua costante passione, e le giocon-dezze della vita di Napoli. Ivi s'innamorò (1336) e per la donna amata, di nome Maria, della famiglia dei conti di Aquino, figliuola naturale, si diceva, di Re Roberto, compose una gran parte delle opere sue. Molto a malincuore lasciò Napoli, quando il padre lo richiamò a Firenze su la fine del 1340. Maria nel 1345 moriva poco più che trentenne. Il Boccaccio era di nuovo a Napoli nel 1348 (l'anno della famosa pestilenza descritta nel-l'introduzione al Decameron), dopo essersi trattenuto qualche tempo in Romagna, ospitato in Ravenna da Ostasio da Polenta e in Forlì da Francesco Ordelaffi. Ma la morte del padre, avvenuta nel 1348 o l'anno dopo, l'obbligò a stabilirsi in Firenze per attendere ai propri interessi e alla tutela di un fratello minore.
   In Firenze il Boccaccio ospitò nel 1350 Francesco Petrarca; e i due scrittori, d'indole assai diversa ma di animo buono e d'ingegno sommo tutti e due, uniti nell'entusiasno degli studi classici, strinsero un'amicizia che divenne sempre più calda ed intima. Nella primavera del 1351 il Boccaccio fu dal comune di Firenze mandato a Padova dal Petrarca, come già si è detto nella vita di questo: poi altre volte visitò l'amico, per il quale nutrì sempre il più tenero affetto e la maggiore riverenza. Nel 1359,