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sene al [mito di quello virtù chc hanno la loro radico nel sentimento della libertà e del a giustizia. Il Monti allettava i giovani colla splendida e fiorita dicitura ajutata dall incanto di una bella pronuncia; il Foscolo trascinava gli animi col tuoeo delle passioni, che i nomi di libertà, d'indipendenza e di patria destavano naturalmente nel cuore de giovani. Più che la famosa Prolusione, le lezioni abbondano di alti insegnamenti sul ministero delle lettere, che non devono essere rivolte unicamente nò al lucro ne alla gloria, ma a salutare esercizio delle proprie la coita e a nobile giovamento dei nostri fratelli. Quando i più grandi letterati italiani ardevano incensi a Napoleone, non poco ardimento si richiedeva a 1 igcllare la cupidigia di Orazio premiato per le sue adulazioni a Mecenate e ad Augusto, a rimproverare Virgilio, che nel quarto delle Georgiche aveva soppresso 1 elogio di Gallo ; ed accusare lo stesso Pindaro che vendeva le sue odi ai vincitori le giuochi della Grecia. Una nota contro gli scrittori di panegirici ai regnanti^ eh e nella Prolusione, parve ferisse il Giordani che aveva scritto il suo Panegirico a Napoleone; si scambiarono lettere di discolpa e di scusa - ma l'i-roso^ piacentino non si rappattumò più coll'autore del famoso enigma de' Sepolcri Duro solo un anno nel pubblico insegnamento, perchè le cattedre d' eloquenza vennero soppresse in tutte le Università d'Italia.
• Libero di dedicarsi agli studii che più gli tornassero a grado, si volse alla tragedia e scrisse 1 Ajace. Egli aveva a lottare non tanto con Sofocle, quanto con un uditorio moderno, per cui non ha valore il fato o l'intervento de»li dei che tengono sì gran posto nell'antica tragedia. Ha dovuto per questo alterare in parte i caratteri degli eroi; Agamennone, Ajace, Ulisse rappresentano più Napoleone, Moreau e Fouchè che quegli antichi condottieri de' Greci. Io non posso persuadermi che il Foscolo non mirasse a Napoleone che preparava la spedizione di ilussia, in questi ultimi detti di Calcante al re dei re:
Veraci e sante le parole mie T'erano attor che per l'ignoto Egeo, A traverso le folgori e la notte, Trassero tanta gioventù che giace Per te in esule tomba, o per te solo Vive devota a morte.
E più ancora in quelli di Ajace allo stesso Agamenonne:
• .......Cupo,
Solitario, assoluto, in te ogni dolce Senso a studio palliasti. A pochi aperto Fu il padiglion, ch'era a principio albergo D'accoglienze, di gioja e di conviti; Ove la fede, e l'amor patrio, e tutte Virtù guerriere avean premio ed esempio. E a che miri ì ad estinguere la fiamma Onde le anime greche arde naturai Serperà obliqua, torbida. Tendea, Pi ù che al racquisto d'Elena, e tu il sai Questa impresa a sviar l'armi civili Sovra barbara terra; e tu, l'oltraggio Tuo vendicando e del fratello, addurle A concordia potevi ed a trionfi ; Che mente eccelsa e altero animo saldo Ti dier le sorti, e il tuo mortale aspetto Spira la luminosa ira di Giove.