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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   La Stael ha dichiarata la versione del Monti la più bella che abbia l' Europa Questa donna famosa lo aveva conosciuto a Milano nel 1805, nè le adulazioni del poeta a Napoleone, da lei tanto aborrito, avevano tolto che s innamorasse di lui Ne' sontuosi suoi pranzi, a' quali Corinna sedeva con un ramoscello d alloro in mano, il Monti le era sempre al fianco. Lo esortò più volte a rompere le sue catene col governo e cercare migliori emolumenti nella libertà dell ingegno e nel.a o-ratitudine della nazione. Gli offerse un pacifico asilo nel suj Coppet sul lago di Ginevra, ove più tardi ella accolse Beniamino Constant, Faune Schlegel, 01-smondi, Chateaubriau de Guizot; ma lo splendore della corte di Mdano aveva affascinai l'anima del poeta. Un sorriso del principe gli valeva più che un ovazione pubblica. Giovita Scalvini narra che avendo un giorno visitato il Monti, clie si radeva la barba, questi gli disse che frugasse nella sua tasca ove avrebbe trovata una lettera del principe di Carignano. Vedi, soggiunse, tuU x di suo pugno! e quella parola — venerazione! — Più ragionevole deve essere stata la sua compiacenza, quando ad un pranzo in casa di Lodovico de Breme n» 1816, presette lord Byron, disputandosi fra i convitati quali fossero i dodici versi più Belli tatti in Francia, Inghilterra ed Italia da un secolo in qua, s'indicarono i primi versi della Mascheroniana. Il Monti fra gli applausi recitò tutto il primo canto che il Byron udì raggiante di gioja e commosso. Così narra uno dei commensali, il Beyle,
   nella Storia della pittura in Italia.
   Caduto Napoleone, il Monti col Mistico omaggio cantato alla Sega con musica del Federici nel maggio 1815 e col Ritorno di Astrea cercò di conciliare la pubblica opinione ai nuovi dominatori. Il conte di Saurau governatore della Lombardia aveva nel 1816 fondato il giornale la Biblioteca italiana col segreto intendimento di mostrare come la nazione germanica, tanto calunniata negli ultimi tempi, possedesse una splendida e ricca letteratura; per cui agli Italiani non sarebbe stato rossore lasciarsi governare da essa. Il Monti, Brocchi, Breislak, Labus e giordani furono i primi collaboratori ; Giuseppe Acerbi ne prese la direzione. La otael nel primo numero pose un articolo sulle Traduzioni, nel quale raocomandanuo agl'Italiani di studiare le letterature straniere, ferì l'orgoglio de . artito li frale. Fondossi tosto un giornale di opposizione, lo Spettatore, diretto da Davide Ber-tolotti, nel quale, fra gli altri, scrissero Tommaseo, Leopardi e Cantu. Giovanni Gherardini rispose alla Stael, I scolpando gl'Italiani da molte accuse, non disconobbe le glorie della letteratura tedesca. Crebbero col tempo ì sospetti e i rancori contro l'Acerbi: Breislak e Monti si ritirarono primi; Giordan: pm tardi dopc un articolo sullo Sgricci. Tommaso Sgricci di Castiglion fiorentino da qualche anno girava per le città d'Italia, improvvisando non solo odi e sonetti , ma tragedie; lord Byron racconta di avere udito nel 1816 una sua tragedia in Mi. ino, che molti sensati Lombardi chiamarono una seccatura. Il Giordani in una delle sue più belle scritture aveva bistrattato non tanto lo Sgricci, quanto quell eserciz veramente ciarlatanesco, che alcuni s'ostinavano di dire una gloria d Italia, ed aver a pubblicato il suo articolo nella Biblioteca. L'Acerbi poco tempo dopo accolse ui articolo contrario a quello del Giordani, e la loro rottura fu piena. Quel giornale ebbe nondimeno lunga vita; scrissero in esso Paride Zajotti, Giandomenico Romagno i, Giuseppe Ferrari e Francesco Ambrosoli. Finì nel 1857 , dopo avere esercitata, come dice il Cantù, una specie di dittatura sulle lettere italiane: odiava ogni novità letteraria , nè si guardava di denigrare qualche nome caro alla nazione. Più breve vita, cioè di pochi anni, ebbe il Poligrafo, nel quale scriveva il Monti le proprie lodi e lanciava agli avversarii le sue splendide invettive. L Ajacei del Foscolo ed il Dizionario del Cesari furono segno alle virulente accuso del PolM orafo, al quale nello stesso anno 1811 Francesco Contarmi oppose il suo Anti-poliqrafo, in cui si rivedevano le buccie alla Iliade del Monti. Questi voleva che la polizia milanese sequestrasse il giornale, perchè offendere lui era offendere J imperatore che lo aveva eletto a suo istoriografo.