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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo iv. 191
   correnti dell Oceano a recare sterminio e morte agli uomini pigmei, cui esse per l aria recano acerbo conflitto. Ma gli Achei si avanzavano in silenzio, ali occhi valore spiranti, desiosi nell'animo di sostenersi l'un l'altro. E come sulla vetta di un monte Noto diffonde una nebbia poco grata ai pastori, bensì ai ladri più opportuna della stessa notte, nè vi si vede più là che un trar di pietra; così sotto i pie di costoro si alzava un polverio tempestoso, mentre ben ratto attraversavano ti campo.
   Il Monti :
   Poiché sotto i lor duci ambo schierati Gli eserciti si fur, mosse il trojano Come stormo d'augei, forte gridando E schiamazzando, col romor che mena Lo squadron delle gru, quando del verno Fuggendo^ i nembi, l'oceàn sorvola Con acuti clangori, e guerra e morte PbMa al popol pigmeo. Ma taciturni E spiranti valor marcian gli Achivi, Pronti a recarsi di conserto aita.
   Come talor del monte in su la cima Di Scirocco il soffiar spande la nebbia Al pastor odiosa, al ladro cara Più che la notte, nè va lunge il guardo Più che tiro di pietra: a questa guisa Si destava di -polve una procella Sotto il pie' de' guerrieri che veloci L'aperto campo trascorrean.
   Il Foscolo :
   Quando i due campi e i re furono in arme, Scende-an dal poggio i Dardani, a discordi Grida turbando com'augei le nubi; Come le gru scampate al verno e a' nembi, Einfierite in aprii, tendono ai mari Dell' Ocean con lungo ordine d'ali A dar guerra a'pigmei; odi per l'alto Dividersi alle strida orride l'aere. Ma gli Achei procedean taciti, densi A passi eguali, fieri in vista; e l'uomo Spirava all'uomo e raccogliea fidanza.
   Come quando improvviso Austro sull'alba I rosei gioghi annuvola dal monte Di densa nebbia, graziosa al ladro Più che notte, e il pastor geme ramingo; Scaglia un sasso e non scerne ove si posi; Così imminenti si correano incontro, Così buja fra lor per la gran polve Del tumulto de'pie' l'aura pendea.
   Lascio a'lettori il paragone; ma il Foscolo mette quello che non trovi in Umero, e dobbiamo confessare che non iscema la bellezza del tosto; il Monti procede pm facile e piano, e però più conforme alla semplicità del vecchio cantore. SJiUi passo del h oscolo ; Come quando improvviso Austro sull'alba I rosei qiouhi —la 1 m°fe D\ tUnSa nebhia> è ^llissimo; ma sente più di Callimaco e M^n^ZaìtlÌr- RÌC°rda PrÌm° oziosa