capo iv.
e delicata di una donna? Anna Morandi-Manzolini (1716-1774) di Bologna cser citat.', a lavorare in cera i pezzi anatomici col marito Giovanni Hanzolfni Ven e' in tanta cognizione e pratica della scienza, che ne ottenne cattedra nelk Università con permesso di dare le sue lezioni anche in privato
v /fW1!- de»!i Tf,del SU0 sccol° fu Giambattista Morgagni (1682-177n di torli. Discepolo del Valsalva nella Università di Bologna ed aScora studente) diede in luce i suoi primi Avversava anatomici, che pochi anni dopo gli frutta' reno la cattedra di medicina e poi di anatomia nella Università di pJdofa Trassi
VZT°l qUe SU01 StUdh 1Sio™ai» e> continuando per cinquanta annUe seleni ana omièhe e le immense letture, potè nel 1762 pubblicare il suo grande lavoro Delle sedi e cause delle malattie indagate coli'anatomia. Tutti gli sTitti dTlui
dJI vTcra'^di no^^ * f*''^* ^ »? Popone di toglie?' dXeetiz' quanto vi era di non provato o d'incerto, di rendere l'onore della scoperta ai
o, veri autori e di porre in guardia gli studiosi contro certi corolTaT tratti
inali'm fii °rparata- Dlffida ?°n SOl?/elle —azioni fatte sopra a tri an nali, ma dello stesse osservazioni fatte sull'uomo, stante la varietà delle parti stesse
in circostanze diverse; quindi non dava il suo assenso ad una dottrina se min a
non 1 aveva saggiata al crogiuolo di ripetute esperienze. Nonv'ha
man in cui l'occhio de Morgagni non abbia veduto ciò che gli £ non 7£
o ; lo stesso organo dell'orecchio, così copiosamente illustrato dal Valsalva ebbe
loUe mallfe diffiem a'^ ^ SV?^ ™ U sua Sbrm
molte malattie difficili a guarirsi, perchè difficili a conoscersi, furono investigate
e vinte nei loro più arcani ripostigli. Alla scienza medica un va una vasta ,S dizione filologica; illustrò molti passi di Frontino, Vitruvio VarronevV.l Polumella: le sue dispute col Lavisi sulla qualità deDa sue lettere sopra gli antichi medici Cornelio Celso e Sereno Samon co sonò u vero t esoro di dottrina medica e filologica. Fu membro di tutte de primane accademie di Europa; l'anno della sua morte l'accademia di Parigi rS pubbli camente il suo elogio. s recito puDDii-
Pietro Tabarrani (1702-1779) lucchese, fece varie scoperte sopra i s^ni ripl eerv.llo, sulla congiunzione della vena oftalmica e del si a^eo,Tsopra quei del seno jululare col seno inferiore petroso. Le sue osservazioni ull'éffusionJ dì sangue intorno alla carotide, sul muscolo semispinatodl\ Mocsulla valvole
te» ^fcl^ssi^- f^p
fra i cultol della scienza anatomtche> e lc ^miotiche sono ancora in onore
scienza ^pei^la ^co^rta^Ì^^l'^^^n n^f ^0 chÌM0 f'ti della
nomo „; i SC0Peitf degh acquedotti della linfa nelle orecchie, che dal suo
fclH trio tTW'7 PCrrraltra SC°Pei'ta del nerv0 parabolico incisivo^ inl n t n rpa Cr°d'va dl aver vedut° Pd primo, ma, avvertito dell'in-nelTa Università di °nore Cotugno. Nel 1768 fu eletto professore di anatomia dopo a I ^ n Per-le cresceQti sue cure di medico qualche anno
siTe sclerta Hnl M 886 ^ ì*}**0* nei'V°Sa e del vaJuolo5 ™tima sua in-£ L i J Meccanismo del moto reciproco del sangue per le vene interne
Wl£21 La sua modestia prudenza e liberalità lo salvarono nei terribili giorni m cui Napoli vide cadere le teste de' migliori suoi figli. *
Zani-li,^.
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