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La sua della raccolta, circa 4000 specie, dopo la sua morte fu acquistata dai '•abinetto zoologico della Università di Padova. Fra le sue Memorie di entomologia sono principali : /Sopra un eterottero del genere Lygagus: Sui danni delhx larva del Lophirus pini ne' pineti del bolognese; VElenco degVinsetti più nocivi a' cereali, e Sull'allevamento dei bachi della quercia. Preparava da molti anni una fauna entomologica del Padovano.
Paolo Panceri (1833-1877) di Milano, giovanissimo fu assistente alla cattedra-di storia naturale nella Università di Pavia; poi quando l'Italia nel 1860 fondò nelle sue Università le cattedre di anatomia comparata, che coltivata con gloria dai Cuvier, Mùller ed Owen presso l'altre nazioni, fra noi restava miseramente confusa colla zoologia, il Panceri fu nominato professore di questa scienza in Pavia, poi a Bologna, e nel 1861 a Napoli. Il gabinetto zoologico di quella Università ne' sedici anni consacrati ad esso dal Panceri, divenne, dopo quello di Londra il più ricco di preparazioni che abbia l'Europa. Quando presso al fine della breve ed operosa sua vita il Panceri visitò per l'ultima volta il gabinetto^ segnò l'ultima preparazione col num. progressivo di 4000. Fra le numerose memorie ttib-blicate da lui quelle che trattano degli organi produttori della luce negli animali marini fosforescenti; e l'altra dell'acido solforico nei gasteropodi, assicurano la immortalità negli annali della scienza al suo nome. Nell'inverno 1872-73 motivi di salute lo condussero in Egitto, ove fece cospicue raccolte pe' musei italiani di rettili uccelli e pesci d'ogni genere, fece lunghe ed attente esperienze sul veleno della naja, della ceraste, della erice e della mygala olivacea, che gli Arabi dicono padre dei ragni. Tornato nel 1874 in Italia condusse seco i due Akka, che il Miani avea lasciati a Kartum, e che il Kedivè di Egitto mandava in dono al re d'Italia. Frutto della sua dimora in Egitto furono le memorie Sulle Glandole molari del dromedario, Sulle crittogame osservate nell'uovo dello struzzo, Sull'vlbi-nismo dei pesci, e Sul caso di una mula feconda. Quando al Dohan venne il felice pensiero di fondare in Napoli un magnifico acquario, che raccogliesse ed esponesse agli occhi degli studiosi tutte le ricchezze della fauna del -golfo, il Panceri fu largo di consigli e di ajuti al dotto Tedesco. Fu parimente liberale della opera sua al professore Giovanni Boschi di Napoli, a cui l'umile ma sapiente insegnamento nell' ateneo Galileo Galilei non iscema il vigore di continuare l'immenso lavoro della versione ed illustrazione della Storia naturale del Buffon, che sarà fra le opere più memorabili dell'Italia moderna. E quando la Società geografica italiana ordinò la nuova spedizione ai Laghi africani diretta dall'Antinori, il Panceri colle conferenze e cogli scritti si adoperò a raccogliere danaro ed agevolarne l'impresa.
Coltivano con gloria gli studii zoologici e fisiologici in Italia Adolfo Targicui 'Pozzetti che mantiene l'onore della sua prosapia, Trinchese, Capellini, < -ìglioli, Lepore, Canestrini, De Betta, Lussana, Oehl, Albini, Mosto, Moriggia, Luciani, Albertoni e Bizzozzero. Le nuove dottrine della evoluzione sono seguite da alcuni di loro, ma senza il cieco entusiasmo che trascina i Tedeschi. ^
L'anatomia del corpo umano ebbe nell'ultimo secolo valenti cultori in Italia, de' quali la gloria viene riconosciuta da tutta l'Europa. Nel pnneipio del secolo scorso Antonmaria Yalsalva (1662-1723) di Imola, trovò il metodo di fermare nell'amputazione dei membri il sangue colla legatura delle arterie in luogo del metodcj tormentosissimo del fuoco; ed ì suoi scritti sulla orecchia umana, sulla midolla spinale, sugli intestini e sui condotti escretorii, oltre i varii strumenti chirurgici o trovati o semplificati da lui, sono un vero beneficio agli umani dolori. Giandoj mico Santorini (1681-1737) di Venezia co' suoi studii sulla struttura e sul moto della fibra, sulla nutrizione, sulle emorroidi, e più colle sue Osservazioni anatomiche pubblicate nel 1714, nelle quali corregge gli altrui errori, e descrive le proprie scoperte, meritò che il Portai ne desse un lungo estratto nella Storia dell'anatomia e della chirurgia. .
Chi avrebbe mai pensato di vedere il coltello anatomico nella mano timida