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Giambattista Mugna (1799-1866), vicentino, in una Memoria Sulla proprietà vitale dei vasi e sulla cagione del polso espose alcune idee che lo jchiff comunicò all'accademia di Francia ed il Mugna rivendicò come sua scoperta.
Giuseppe Gene (1800-1847) pavese, onora del parila letteratura e la scienza; poiché le sue scritture sono dettate con tale limpidezza ed eleganza di stile che il Puccianl non dubitò di trarne più esempi di bello scrivere italiano. Professore di zoologia e direttore del museo zoologico nella Università di Torino dal 1832, il Genè°via°-giò più volte nella Sardegna coll'intendimento di compilare una fauna sarda sul quale argomento lesse molte memorie all' accademia di Torino. Negli atti della Società dei Quaranta, di cui era socio, è una sua memoria sopra alcuni imenotteri in cui con mirabile finezza di osservazione e squisita grazia di stile fa la biografia della mijrmica rediana. Utilissimo per le pratiche applicazioni e il suo studio Sugli insetti più nocivi all'agricoltura, ecc., e sui mezzi più facili di allontanarli e distruggerli; come parimente preziosa è la sua fonografia Dei vreqiudizii popolari intorno agli animali. L illustre Filippo de 1 ilippi^ pubblicava nel 1850 in Torino La storia naturale degli animali esp\sta in lezioni elementari che il Gene aveva lasciata inedita, con sue note ed illustrazioni.
Filippo De Filippi (1814-1867) di Milano, nella sua breve carriera emulo gli studii e la Boria de' più grandi zoologi delle altre nazioni. Dal suo primo lavoro edito nel 1837, Descrizione de' nuovi entozoi trovati in alcuni molluschi di acqua dolce sino alle'note da lui raccolte nel viaggio in cui periva, non v'ha parte del remo animale tanto remota ed oscura, ov' egli non abbia posto il suo occhio indagatore I rettili, gli uccelli, i pesci e la loro embriogenià, le metamorfosi Begli animali inferiori, gli anellidi della famiglia delle sanguisughe, gl'insetti in generile c il bombice del gelso, la perla, l'elefante, i trematodi, tre nuove specie di asteroidi del Mediterraneo, un nuovo genere di acaridi propini degli uccelli, lo sviluppo dell'uovo e la formazione dell'embrione degli animali, ed altre curiosità i1 ella natura esercitarono il suo vigoroso intelletto. Fu professore dal 1848 nel a Università di Torino. Conoscendo l'importanza dell'anatomia comparata, arriccili quel museo di oltre ben mille preparazioni in secco e nell' alcool, scheletri, modelli e lavori in cera. Avea visitato la Sardegna e fatto qualche giro per la (Germania la Francia e la costa settentrionale dell' Africa, quando nel _ lbb2 gli si oTerse'occasione di visitare la Persia, e scrisse le Note di un viaggio in Persio. nella estate del 1862, volume pieno di curiose osservazioni zoologiche. P^co dopo scrisl alcune memorie sopra due idrozoi del mare Mediterraneo, sul cranio della scimia del Vecchio e Nuovo mondo e sulla classificazione degli ammali. Il lavoro del De Filippi che levò più rumore in Italia fu la lezione pubblica da lui detta in Torino nel gennajo 1864, L'uomo e le scimie. Avendo cominciato con lodare l i teoria di Darwin e dimostrato a lungo come le anatomiche differenze ammesse da alcuni fra l'uomo c la scimia non reggano alla scientifica osservazione, e solo nella fine del discorso avendo notata l'immensa differenza fra la scimia e 1 uomo per le facoltà della mente, pel sentimento religioso e pel progresso nelle scienze e nelle arti, il pubblico leggiero, che udì e lesse il discorso, si tenne alla prima parte dello stesso. Ma gli altri scritti dell'insigne fisiologo e la testimonianza dJ Michele Lessona e di Emilio Cornalia, suoi intimi amici, palesano quanto il pubblico si fosse ingannato. Nel 1865 la nostra pirofregata Magenta si disponeva ad un viaggio attorno al mondo. 11 De Filippi fu della spedizione. Portate I daU amore della scienza e fidente nella sua robusta complessione, affronto disagi a ogni sorta, soli ardenti e vapori di paludi per fare più osservazioni nel più breve tempo cne potesse. Prostrato dall'eccessive fatiche, morì ad Hong-lcong, isola della lina, e gli ultimi suoi istanti furono rasserenati dalla fede e dalla speranza di un premio
oltre il sepolcro. . . . n. ^ . v v
Luciano Bonaparte (1803-1857) nato a Parigi, principe di Canino e di Mu
signano, trovò nel culto della scienza il conforto della perduta grandezza di MI