capo iv.
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siti produce ne la generazione c nella vita degli esseri acquatici. Osservò di igen-temente le conferve, tribù della famiglia delle alghe, che si distingue pl' filà nenti
n dnGh VltJei^S?mpHcÌ ° ram0sf' articolati, il cui frutto è una Xma
non capsulare, ma nuda del tutto. Abita le acque dolci e salate, i boschive U legname imputridisce e le muraglie umide. L'Olivi determinò primo il numero la fisonomia ed i caratteri di queste pianticelle che molti credevano piccoli animali dimostro clic il loro moto nasceva dall'emanazione dell'aria. Ma fopera che raccomanda principalmente alla posterità il suo nome è la Zoo logia de l mare Adriatico, e specialmente dal suo confine settentrionale fino all' altura di Ancona e di Zara. Descrive i fondi del Golfo e delle materie che vi si contengono, donde desume i vmeol di somiglianza che passano fra gli esseri organici c la natura dei siti ove nascono e crescono. Accrebbe i tesori della scienza di molti esseri che Linneo non ha conosciuti La morte gli tolse di dare l'ultimo mano al grande k-
luce 'sui vegetabili.1111611 S° ^ ^ Ìndagini C°n °UÌ determinò ^uenza della
Continuò l'opera dell'Olivi in Chioggia il suo concittadino ab. Stefano Chie-reghmi il quale con trenta anni di ostinate fatiche- compose la sua Descrizione de crostacei, de testacel e de'pesci che alitano le lagune e il golfo veneto illustrata da 1624 figure a chiaro-scuro ed a colori che il Chiereghini fece di sua mano , manoscritto e si conserva nel liceo Marco Foscarini di Venezia. Altro lume di Chioggia fu 1 abate Stefano Renier, che professò storia naturale nella Università di iaiiuva. Nel suo Prodromo di osservazioni sopra alcuni esseri viventi delVA-drltmc. fece conoscere 187 specie non conosciute da' suoi predecessori, delle quali 72 affatto nuove. Molti testacei che, secondo Linneo, si credevano abitare soltanto nell Oceano indiano ed africano, il Renier riconobbe esistere anche nell'Adriatico Domenico Nardo, membro dell'Istituto veneto, anch'egli di Chioggia, oltre alcunè memorie con cui illustra nuove specie di motschi, come il conulL e la cuspidata, diede in luce un Prospetto della fauna dell'estuario veneto, che fu inserito nell opera Venezia e le sue lagune, edita nel 1817, quando si tenne il nono Congresso degli scienziati, ed un pazientissimo lavoro sull'opera del Chiereghini nel quale riduce alla nomenc atura moderna le voci adoperate dal suo illustre'concittadino Anche nella Biografia del Renier il Nardo sparse molte belle osservazioni sulla zoologia del suo mare.
.nplV-l^Tt ^ 1 SU°À CUJt0rÌ Z00l°°i nel nel Sandri, nel Botteri
e nel Vidovich. Francesco Danilo, professore nel liceo di Zara, scrisse col Sandri
1 Elenco^ nominale dei molluschi lamellibranchiati e dei gasteropodi testacei ma-
uni dei dintorni di Zara. Adolfo Stossich enumerò i molluschi del golfo di Trieste
e Sfcridione Brusino, direttore del museo di storia naturale di Agram, rivelò nuove
ricchezze del a fauna da matina, ed illustrò la parte dell' opci a del Chiereghini
clic tocc/, de testacei della laguna e del golfo veneto
Stefano Gallini (1756-1836) di Venezia, rivolse i suoi studii alla fisiologia del corpo umano. In giovinezza avea visitato Parigi c Londra, ove assistette alle lezioni de più chiari naturalisti del tempo. Cominciò la sua fama colla pubblicazione de a Fisiologia e patologia generale nel 1802, cui tennero dietro le Osservazioni sulla vitalità, il Nuovo saggio d osservazioni fisiologiche, e l'opera sua principale i Nudtoi elementi della fisica del corpo umano, ài ernie idee primarie erano state da lui esposte sino dal 1792; per cui nella famosa distinzione del corpo'umano vegetante e senziente egli avrebbe di otto anni preceduta la dottrina del sommo ipicnat. 11 Gallini avea fortissimo ingegno, ma lo tolse all'.altezza, a cui poteva salire, 1 essersi troppo impacciato in questioni metafisiche estranee alla sua scienza