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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo iv. 155
   prcalpi vicentine e veronesi, a' quali tenne dietro quella grande scoperta da lui fatta nella yalle di Fiemme a Predazzo nel Tirolo meridionale, per eui la gloria di avere iniziata^ la geologia positiva, ehe gl'Inglesi si arrogano, è gloria italiana. Il Marzari notò in quella valle il granito sovrapposto alla calearea secondaria ed adagiato nelle valli sbavate in essa. Humboldt accorse a Vieenza ; parlò col Marzari , e^ visto Predazzo e notate alcune analogie eon quanto aveva veduto nella Mongolia ehinese, significò eolla famosa lettera all'Arago l'inaspettata seoperta che atterrava 1' antichità del granito ed il sistema de' ncttunisti. Se il Marzari avesse esposti i suoi pensamenti eon parola più lueida; se l'Italia avesse avuto un centro scientifico eome Londra, Parigi e Berlino; se gli stranieri le fossero stati meno ingiusti, è eerto ehe l'Europa ora saluterebbe in lui il ereatore della nuova geologia. Dal 1320 a' giorni nostri Predazzo è il pellegrinaggio di tutti i più grandi geologi, ma non tutti ricordano l'uomo che primo lo ha additato alla scienza. Il più ostinato contro l'evidenza delle sue dottrine fu il De Bueh e per boria nazionale i minori geologi della Germania. Murehison e Lyell nel 1828 venuti studiare le Alpi visitarono il Marzari, e si giovarono delle sue luminose vedute; ma per non togliere all'Inghilterra il vanto della geologia positiva, aeeen-narono appena di volo il suo nome. Tarda, ma splendida testimonianza ha reso al suo ingegno l'esimio geologo Francesco Molon nella bella monografìa che scrisse del suo illustre eoneittadino.
   Giambattista Broechi (1772-182G) di Bassano, dallo studio della botaniea e dell'antiquaria, per eui aveva pereorsa ed illustrata da un eapo all'altro l'Itali'! si volse alla geologia e fu nettunista prima ehe l'amieo Marzari lo convertisse ad' opposto sistema. Ebbe minore ingegno del Vicentino, ma più pazienza nelle neerehe, e più nitida esposizione d'idee. La sua Conchigliologia fossile 'sub-appennina non solo è la storia dei grandi rivolgimenti ehe più volte cangiarono la faecia della Penisola, ma rivendica all'Italia molte scoperte che le furono rubate dagli stranieri. Nello stato fisico del suolo di Roma eonferma le dottrine di Breislak ; parla del elima di Roma nei tempi antiehi e moderni, e della virtù ehe hanno le aeque del Tevere a formar tufi e travertini. Se si raeeogliessero le molte memorie inserite da lui ne' giornali del tempo, avremmo un volume prezioso di notizie geologiche e storiehe di tutta l'Italia. Il Broeehi, desideroso di penetrare nell'interno dell'Afriea, moriva a Chartum sotto gli ardori di quel sole mieidiale.
   Tommaso Catullo (1782-1869) di Belluno, fino dal 1812 si rese chiaro in Italia col suo Manuale^ mineralogico, il primo ehe useisse in Italia fondato sui caratteri desunti dall'analisi chimiea e dalla eristallografia. Professore di mineralogia, geologia, e zoologia nella Università di Padova eoltivò con pari amore queste seienze. De cò^pe' suoi polari gli Elementi di mineralogia applicata alla farmacia e alla medicina; e serisse belle memorie sui giaeinti trovati presso Lonedo nel Vieentino; sulle miniere del rame in Agordo, sulle mignatte , sulle eliei e sul potere luminoso di alcune lu'eeiole. Utilissimo e a' nostri zoologi il suo Catalogo degli animali vertebrali^ della provincia Belluno. L'aequa minerale di Civillina presso .iccoaro, di cui egli primo indieò la salubre effieaeia, porta il suo nome. Nella geologia l'opera sua principale è la Zoologia fossile delle provineie venete uscita in Juce nel 1827, dopo la quale i geologi si giovarono de' caratteri paleontolo-giei nel distinguere le varie zone de' terreni secondarii. Le note da lui poste in questa opera sono un tesoro di erudizione tanto amena quanto profonda. È dettata con tale bellezza di lingua, che il Catullo potè eoi Botta e eoi Cesari contende -e ad Mieali il premio quinquennale dell'aeeademia della Crusea. Indefesso ne diletti suoi studii, raeeolse quanto di seienza avea sparso in numerose memorie nel suo Trattato sopra la costituzione geognostico-fisica dei terreni alluviali delle Provincie venete, lodato dal viseonte d'Arehiae nella suo Storia de' progressi della geologia. L'ultimo suo grande lavoro pubblicato nel 1856 è una memoria Sui terreni di sedimento superiore e sui fossili briozoari, antozoari e spongiarii a cui