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Gioachino Taddci (1792-1860) di Sammimato in Toscana, fu laureato in medicina. L analisi delle acque presso la Catena lo pose in grazia di Cosimo Ridolfi, che gli aperse il suo ricco laboratorio chimico in Firenze. Professore nel 1820 d farmacologia nell arcispedale di S. Maria Novella, e direttore dell'annessavi farmacia ebbe agio di unire il pratico al teorico insegnamento. Viaggiò poco dopo Luropa: conobbe Davy e Wollaston in Londra, del quale ultimo àlcetVla dot-trlna< Delle proporzioni defunte, di cui si giovò nella sua opera Steeziometria chimica edita nel 1824. Sulle basi della chimica farmacologica pubblicò nel 1826 la farmacopea generale; nel 1835, il Repertorio dei veleni e contravveleni; e nel 11 LL?rs0 dl c»l™ca organica e fisico-medica. Presidente nel 1849 dell1 Assemblea costituente di Toscana, fu deposto e privato della cattedra e cancellato dal Collegio medico al tornare del governo granducale. In quegli anni dolorosi il Ifddei riuniva in sua casa molti amatori delle fìsiche discipline e dava loro lezioni di chimica coi relativi esperimenti. Fu riposto nel suo pubblico ufficio nel
SeoQP1 0Ì7eIì riCOnfermato ne' s.,uoi dritti di professore dal governo italiano fccl 18o9. Oltre le opere accennate di sopra è notevole il Saggio di ematollo-scopia, o ricerche chimiche comparative sul sangue degli animali vertebrati, oltre
df Londra) mem°ne' dl Cui alcune sono inserite ^e Transazioni filosofiche
Abilissimo sperimentatore fu Bartolomeo Bizio (1791-1862) vicentino, vissuto farmacista e professore di chimica nell'Istituto tecnico di Venezia. Scoperse una materia colorante nel caffè ch'è una bellissima lacca verde, e trovò In unT muffa la ragione del colorito porporino, che pigliava la farina del Zeamais apprestata
Li™ ^'n6 ann° d0p° raccademia di lancia meravigliata dello stes o fclf senza però citarlo, la scoperta del Bizio. Trovava nella
tit«n iT UntrocJeno> « ™ altri corpi la zeina, la castorina, il lolino, Yauste-ogeno e il pumcino, principii organici, della cui scoperta gli stessi stranieri danno
zfe:l/lmiC° V1Cent1?0' Dett° Pre^iate memorie Sulla acidificazione degli fi e sen'Wh e sopra i loro prodotti immediati; il Berzelius venne più tardi
dal ST; mai 11%scienza accettò i nomi di Susina e di ser susina
Mrr6! .SOStan^ dal BlZ10 Preferenza dei nomi proposti dal sommo svedese. Il Liebig ricorda questi studii del Bizio con lode. Dopo il trovato di un chermes bellissimo e di minor costo del solito, e dopo le diligenti ricerche sulla salsapariglia, il Bizio si volse a rifare la Porpora degli antichi ; insigne scoperta alla quale c legato principalmente il suo nome. Trovò nel murex brandaris la porpora rilucente di Tiro e nel murex trunculus l'ametistina o violacea di Plinio In queste pazienti ricerche gli venne fatta una scoperta più importante della stessa porpora, cioè l'esistenza del rame nei detti due murici ed in altri molluschi. Nella^ riunione dei dotti in Firenze l'anno 1841, quando il Bizio lesse una sua memoria, c fece 1 esperienza della porpora, il consesso che vide la brutta sanie di quo molluschi cangiarsi sotto i raggi solari in un bellissimo rosso, ruppe [n unanimi applausi al modesto scienziato. Nella bella monografia che dell'illustre suocero scrisse i professore Antonio Pazienti è l'indice delle altre memorie colle quati il Bizio illustro la prediletta sua scienza.
Raffaele Piria (1815-1865) di Napoli, educato nel laboratorio del Dumas-in angi, fu professore di chimica nella Università di Pisa e poi in quella di Torino L Jmropa già salutava nello scopritore del salicile e della fermentazione della saheina uno dei grandi luminari della scienza, quando -una morte immatura recise le belle speranze. In Pisa il Piria avea avuto compagno nelle scientifiche Indagini il Matteucci, col quale compilava il Nuovo Cimento. Nel 1848 accompagno, comeilMossotti, i suoi scolari a Montanara e Curtatone. Lasciò preziose lezioni di Chimica organica.
Giuseppe Orosi (1816-1875) di Pisa, dall'umile stato di garzone di farmacia seppe levarsi a principe de' chimici farmaceutici del suo tempo. La Farmacopea